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BARCELLONA

Barcellona, il caso Dani Olmo diventa politico: la Liga ricorre alla giustizia ordinaria

La rabbia di Atletico, Espanyol e Valencia: "Minaccia all'integrità della competizione"

10 Gen 2025 - 18:14
 © Getty Images

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La decisione del Consiglio Superiore dello Sport che ha permesso (provvisoriamente) a Dani Olmo e Pau Victor di tornare a giocare col Barcellona ha scatenato le ire degli altri club, con in testa Atletico Madrid, Valencia ed Espanyol. "La decisione rappresenta una minaccia all'integrità della competizione" recitano in coro i tre club con altrettanti comunicati. Sul piede di guerra anche la Liga, che ha deciso di rivolgersi alla giustizia ordinaria per provare a ribaltare la decisione del CSD.

Ma non solo, visto che il caso è diventato anche politico, dopo che il Partito Popolare (PP) ha registrato ufficialmente una serie di domande affinché il Governo risponda in sede parlamentare di quanto ha deciso il CSD, tramite la ministra dell’Istruzione e dello Sport María del Pilar Alegria Continente.

Secondo il Partito Popolare, questa è una decisione senza precedenti che si impone sul criterio della Federcalcio spagnola e della Liga, basandosi unicamente sull’articolo 27 della Legge dello Sport riguardante la carriera professionale degli atleti, e non sui requisiti di controllo economico o sulle disposizioni dei regolamenti federativi.

IL COMUNICATO DELL'ATLETICO
"L'Atletico Madrid mostra la sua profonda preoccupazione per la situazione generata nel calcio spagnolo dopo la risoluzione adottata mercoledì dal Consiglio Superiore dello Sport - si legge nella nota ufficiale -. Riteniamo che questa decisione metta a repentaglio il sistema attuale, mettendo in discussione le regole del gioco".

LA NOTA DEL VALENCIA
"Il Valencia CF desidera esprimere il suo disaccordo per la decisione presa dal Consiglio Superiore dello Sport, contrariamente alla posizione sostenuta sia dalla Liga che dalla RFEF. Comprendiamo che ciò sia lesivo dell’integrità della competizione e metta a rischio anche i pilastri fondamentali della gestione economica del calcio professionistico.

D'altra parte, il Valencia CF esprime la sua preoccupazione per l'impatto che questa misura potrebbe avere sul Controllo Economico della Liga, un regolamento approvato da tutti i club che è stato fondamentale per garantire la sostenibilità finanziaria del calcio spagnolo.

Con questa decisione, un sistema riconosciuto sia nella legislazione sportiva che in altri paesi è minacciato e, inoltre, pericoloso per il futuro della competizione".

LA RABBIA DELL'ESPANYOL
"L'RCD Espanyol desidera esprimere la sua preoccupazione per la situazione creatasi nel calcio spagnolo a seguito della risoluzione adottata e resa pubblica dal Consiglio Superiore dello Sport, nei casi dei calciatori Dani Olmo e Pau Víctor dell'FC Barcelona.

La decisione di concedere una misura cautelare urgente, di carattere provvisorio fino alla definitiva risoluzione del ricorso presentato, ha creato un precedente molto pericoloso e rappresenta una minaccia all'integrità della competizione, come hanno denunciato in diversi comunicati e comunicazioni altri club. Così come RFEF e LaLiga.

L'RCD Espanyol, che mantiene il suo impegno assoluto nei confronti della competizione, ha rispettato rigorosamente le norme sul controllo economico e continuerà a farlo, nonostante le tensioni, i limiti e le difficoltà che queste norme economiche generano".

Come è stato affermato in diverse sedi, comprendiamo che il rigoroso controllo economico applicato negli ultimi anni ha permesso di garantire la sostenibilità di molti club. La stessa Legge sullo Sport comprende e tutela questo controllo economico della Liga e, tuttavia, con questa risoluzione viene messa a rischio la norma approvata e accettata da tutti i club professionistici.

I principali attori di questo paese LALIGA e RFEF hanno mantenuto una posizione comune e ferma nelle rispettive competenze durante tutto il processo. Tuttavia, con la sua decisione, la CSD ha smascherato e sconfessato entrambe le istituzioni. L'RCD Espanyol invita a rivedere questa risoluzione che genera incertezza e minaccia i principi di uguaglianza e giustizia della concorrenza".

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