Il "loco", che ha appena festeggiato la promozione in Premier, ha alle spalle un'intera esistenza di innamorato e ossessionato dal calcio. Tanti allenatori prestigiosi lo hanno preso come punto di riferimento
A Leeds, dopo il ritorno in Premier, gli hanno già dedicato una strada. Dall'arrivo in Inghilterra, comunque, ci aveva messo pochi giorni per diventare l'idolo assoluto di un'intera città malata di calcio. Che scattasse il feeling era abbastanza prevedibile... Marcelo Bielsa compie 65 anni. Una vita di stranezze, di un uomo sicuramente eccentrico, e di amore assoluto per il calcio. Un amore che lo ha portato a studiare le rotte imprevedibili del pallone tentando di dare un senso scientifico a qualcosa di irrazionale.
L'elenco delle follie che lo hanno portato a diventare per tutti "el loco" sono quasi infinite. Dalle arrampicate sugli alberi per seguire dall'alto gli allenamenti dei suoi giocatori o degli avversari, all'improvvisata alle 2 del mattino a casa del giovane Pochettino per convincere la sua famiglia quando faceva il talent scout per il Newell's, o alle lezioni di tattica ai domestici della villa dei suoi genitori per testare nuove soluzioni di gioco. Al Leeds, la scorsa stagione, è salito alla ribalta per aver fatto spiare gli allenamenti del Derby County prima di una partita decisiva per la promozione. Dopo aver pagato una multa salata ha tenuto una conferenza stampa di 70 minuti in cui ha cercato di spiegare ai giornalisti il suo metodo di analisi e studio delle squadre avversarie. Quando la sua squadra ha segnato un gol con un giocatore dell'Aston Villa a terra, ha costretto i suoi a far segnare apposta una rete agli avversari.
Dopo la prima tormenta stagione inglese, terminata male ai playoff, è arrivata quella della promozione diretta. L'ultimo tassello di un giramondo diventato un esempio per tanti allenatori. Guardiola lo considera un punto di riferimento fondamentale per la sua idea di calcio. Anche Pochettino, Sampaoli, Martino e Gallardo. Lo studio ossessivo lo ha portato a teorizzare e mettere in pratica una serie di idee che rendono il suo gioco qualcosa di unico. Passato alla storia per un sistema iperoffensivo, una sorta di 3-3-1-3, ha analizzato una serie infinita di partite per mettere a punto la struttura portante del suo calcio. Quando ha tenuto una conferenza a Coverciano, davanti a una platea formata dai tecnici più preparati del mondo, ha lasciato tutti a bocca aperta. Tra le tante cose dette, anche il suo famoso cavallo di battaglia dei 28 sistemi di gioco possibili. Per tanti l'ennesima stranezza di un pazzo. Per chi ama davvero il calcio, il simbolo della speranza in un gioco migliore.