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Il ct Tomé motiva la decisione di lasciare a casa la giocatrice protagonista del bacio non consensuale con l'ormai ex presidente della Federcalcio iberica: "Credo sia il modo migliore per proteggerla"
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La Spagna femminile di calcio inizia un nuovo corso dopo la vittoria del Mondiale e le polemiche seguite al bacio non consensuale tra l'ormai ex presidente della Federcalcio iberica Luis Rubiales e la giocatrice Jenni Hermoso. Il nuovo ct Montse Tomé, che ha preso il posto di Jorge Vilda ha diramato la lista delle 23 convocate per la prossima Nations League e tra queste spicca l'assenza proprio della Hermoso. "Credo che questo sia il modo migliore per proteggerla", ha spiegato Tomé in conferenza stampa.
"Siamo dalla parte di Jenni e di tutte le giocatrici. Crediamo che il modo per aiutarle sia stare con loro. Abbiamo creduto che l'unico modo per tutelare la Hermoso fosse quello di non chiamarla in causa" per queste partite, ha aggiunto.
"Ho parlato con le atlete. Tutto quello di cui ho discusso con loro non lo rivelerò - ha spiegato ancora -, sono cose che entrano nel nostro rapporto. Ho piena fiducia nelle giocatrici, penso che a livello professionale siamo circondati da un gruppo di atlete incredibili. Inizia una nuova fase, il contatore parte da zero".
Tomé ha invece convocato 20 delle 39 giocatrici che nei giorni scorsi hanno firmato una dichiarazione in cui si rifiutavano di giocare per la Nazionale in caso di mancati cambiamenti significativi all'interno della Federazione. Tra le firmatarie, oltre ovviamente alla Hermoso, vi è anche la due volte Pallone d'Oro Alexia Putellas.
LE CALCIATRICI CONTRO LA FEDERAZIONE: "NON PUÒ OBBLIGARCI"
"La Federcalcio spagnola non è in grado di obbligarci a rispondere alla convocazione alla Nazionale. Va contro le regole Fifa". E' uno dei passaggi centrali di un duro comunicato siglato da diverse campionesse del mondo di calcio a poche ora della presentazione della lista delle convocazioni da parte della nuova ct. La loro tesi è molto semplice: da quando hanno chiesto cambi radicali ai vertici federali non è cambiato assolutamente nulla, per cui rimane ferma la loro decisione di non giocare più in Nazionale, presa giorni fa. "Noi, come giocatrici professioniste studieremo le possibili conseguenze legali a cui ci espone la RFEF", dopo questo rifiuto, tanto più, si legge nella nota, che la convocazione "non è stata effettuata in modo tempestivo, ai sensi dell'articolo 3.2 del dell'Allegato I del Regolamento sullo status e il trasferimento dei giocatori della FIFA, quindi osserviamo che la RFEF non è nella posizione di obbligarci ad accettarla". A questo punto, è muro contro muro, anche se il fronte delle "ribelli" non sembra compatto visto che non tutte hanno postato sui social la nota.