Sull'aereo che doveva portare i giocatori della Chapecoense in Colombia c'era un "deficit" di 2300 kg di carburante
Ci sarebbe una scelta criminale dietro lo schianto in Colombia dell'aereo con a bordo la squadra di calcio brasiliana della Chapecoense. Secondo le indagini dell'aeronautica civile colombiana, durate un anno e cinque mesi, il volo della LaMia sarebbe partito con il carburante al minimo, ma la compagnia avrebbe deciso di farlo decollare comunque per fare cassa e sistemare i conti dissestati.
Alla partenza da La Paz, in Bolivia, i serbatoi erano riempiti solo a metà. A 40 minuti dall'atterraggio a Medellin erano già vuoti: all'aereo mancavano più di 2mila chili di carburante per arrivare a destinazione.
Anche i piloti avvrebbero avuto una responsabilità nella tragedia: consapevoli della mancanza di benzina, non hanno pianificato scali per fare rifornimento. Una scelta suicida che ha causato la morte di 71 persone tra dirigenti dellla squadra, giornalisti, e ovviamente i calciatori. Erano saliti a bordo per vincere la finale di coppa sudamericana e vivere fino in fondo la favola del Chape, una piccola squadra dal cuore grande. Un sogno andato in pezzi insieme alle 71 vite spezzate.