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Mou: "Ogni giorno io più bravo"

Il tecnico portoghese al Telegraph: "Sono una vecchia volpe: non c’è nulla che mi spaventi o che mi preoccupi più di tanto"

09 Apr 2015 - 22:43

La modestia non è mai stata un suo pregio e José Mourinho lo conferma nell'intervista al Telegraph. "Penso di avere un problema - ha detto lo Special One - sto diventando sempre più bravo in ogni aspetto del mio lavoro. Mi sento una vecchia volpe: non c'è nulla che mi spaventi o che mi preoccupi più di tanto". Felice di vivere a Londra: "I londinesi sono educati, mentre a Madrid e a Milano è impossibile girare per strada dopo un risultato negativo".

E' un José Mourinho a 360° quello che si è concesso al Telegraph. Il rapporto con i calciatori è uno dei suoi segreti. "Sto allenando i migliori giocatori del mondo - ha detto il manager del Chelsea - ma l'aspetto più importante non è quello tecnico, bensì il rapporto che stabilisci con loro. Per me il calcio è collettivo: prima vengono i tifosi, poi il proprietario del club, quindi i calciatori e per ultimo l’allenatore, anche se poi è quest’ultimo a cui tutti guardano".

Troppi soldi e guadagnati troppo in fretta per i giovani giocatori: "Una volta iniziavano a giocare aspettandosi di essere ricchi a fine carriera, adesso si aspettano di essere ricchi prima ancora di aver disputato la prima partita. Occorre che abbiano fortuna coi genitori, con gli agenti: hanno bisogno di educazione. Quando ho avuto i primi veri soldi, ero al Porto nel 2003, avevo 30 anni e qualcosa, ero sposato, ero pronto. Questi ragazzi hanno 16, 17, 19, 20 anni, non sanno come reagire, cosa fare".

L'intervista tocca anche la sfera privata: "Prego ogni giorno e parlo con Dio, ma mai di calcio". Il portoghese spiega anche la scelta di vivere nel quartiere di Belgravia, a Londra: "L'hanno scelto i miei figli e a me va bene, anche perché i londinesi sono educati e mi lasciano i miei spazi, mentre a Madrid e a Milano è impossibile girare per strada dopo un risultato negativo".

Pochi amici tra i colleghi, ma grande rispetto per Sir Alex Ferguson "di cui ho imparato a conoscere ed apprezzare le due facce: c'è l'avversario, che farebbe di tutto per vincere; e poi c’è l'uomo di sani principi, che fa del rispetto la prima cosa".

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