L'arrivo di Mbappé, oltre a quello di Endrick, costringerà Carletto a rivedere le posizioni dei blancos, soprattutto in attacco
di Andrea Cocchi© Getty Images
Un tempo, al Real Madrid, c'era la logica degli "Zidanes y Pavones", a sottolineare come la filosofia del club puntasse su un mix tra fenomeni già affermati e giovani provenienti dalla cantera. Durante la gestione Florentino Perez, in ogni caso, la categoria dei fuoriclasse è diventata una priorità, se è vero che c'è stato un anno in cui hanno giocato insieme Roberto Carlos, Figo, Zidane, Ronaldo il Fenomeno e Beckham. Il 2009, poi, è stato il mercato dell'accoppiata Kakà-CR7. Insomma la voglia di pensare in grande è la base della filosofia madridista.
Tanto c'è sempre un allenatore poco propenso a logiche assolutistiche, sia sotto il profilo tattico-strategico che sotto quello della gestione del gruppo. Ci vogliono i Del Bosque e gli Ancelotti, insomma. A loro spetta il compito, tutt'altro che semplice, di gestire tanto ben di Dio. Ovvio che ci sia chi sta peggio e vorrebbe tanto trovarsi in quella posizione, ma la vita semplice non è facile da trovare nemmeno dalle parti del nuovo Bernabeu.
Il Real Madrid parte già da una rosa stratosferica. Non a caso stiamo parlando dei Campioni d'Europa in carica. Vero anche che la prossima stagione, quella che arriva fino al nuovo Mondiale per club, necessita di soluzioni e ricambi alternativi. Ancelotti ha perso Kroos, Nacho e Joselu, con il primo che ha detto addio al calcio e gli ultimi due destinati in Arabia e in Qatar. Modric è rimasto ma va verso i 40... Davanti, di certo, non ci sono problemi di carenza di giocatori. Sono arrivati Mbappé ed Endrick, la giovane stella del calcio brasiliano, che si aggiungono a Vinicius, Rodrygo e il Bellingham schierato finto o vero centravanti nel corso della stagione appena trascorsa.
Carletto ritrova Courtois tra i pali, e la difesa è sempre di alto livello tra Carvajal o Lucas Vazquez a destra, Mendy dall'altra parte e giocatori duttili in mezzo come Rudiger e Alaba, a cui si aggiunge un centrale più che affidabile come Militao. E' dal centrocampo in su che le cose saranno destinate fatalmente a cambiare. La logica fa pensare che Tchouaméni e Camavinga saranno i due centrali del 4-2-3-1, destinato a declinare in un 4-4-2 in fase difensiva, con Valverde a occupare la fascia destra, Vinicius quella sinistra e Mbappé il centro dell'attacco, con Bellingham alle sue spalle. La presenza dell'uruguaiano al posto di Rodrygo garantisce una maggiore copertura, con tutti gli scivolamenti quando gli avversari saranno in possesso di palla. Bellingham potrebbe alternarsi a Vinicius nel coprire il settore sinistro, o scalare in mezzo ai centrali di metà campo. In fase offensiva la fluidità del calcio del Real si arricchisce della possibilità di avvicinare l'esterno sinistro brasiliano a Mbappé per sovraccaricare quella zona con, in alternativa, lo scambio di posizioni tra i due tra il centro e la fascia mancina.
A partita in corso si può aumentare la forza offensiva mettendo Rodrygo sulla destra e spostando la posizione di Valverde, o puntare su Endrick anche cambiando sistema di gioco con un 4-3-3, con Vinicius e Mbappé esterni. Senza contare l'opzione Arda Guler, che può fare il trequartista o il falso nueve...