Il mediano segna al 39', ma sette minuti dopo Muñoz si fa espellere: i Cafeteros resistono all'assalto e si regalano la sfida all'Albiceleste
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Da un lato l'Argentina, dall'altro la Colombia che ha avuto la meglio sull'Uruguay di Bielsa. Sarà questo l'atto conclusivo della Coppa America, che vede i Cafeteros riconquistare la finale dopo ventitré anni. Succede di tutto a Charlotte, compresa una maxi-rissa tra i giocatori della Celeste e i tifosi colombiani dopo il fischio finale. Lerma manda avanti i suoi al 39', Muñoz mette tutto a rischio col rosso. Nella ripresa la Colombia si chiude a riccio e l'Uruguay non sfonda, perdendo 1-0.
Sfuma il sogno dell'Uruguay di Marcelo Bielsa, che alza bandiera bianca dopo una mesta semifinale, nella quale ha sprecato occasioni su occasioni. Esulta invece la Colombia, che torna in finale per la prima volta dal 2001, quando conquistò la Copa America in casa: sfiderà l'Argentina, in quello che sarà un match particolare per il ct (argentino) Nestor Lorenzo, ex vice di Pekerman. La gara del Bank of America Stadium di Charlotte si chiude col punteggio di 1-0, ma è pregna di emozioni. Già alla lettura delle formazioni, quando è chiaro che Marcelo Bielsa ha rispolverato il suo 3-3-1-3 per ovviare alle assenze: infortunati Viña e Araujo, squalificato Nandez. Si opta dunque per l'inserimento di Rodrigo Bentancur e un sistema ibrido, che non funzionerà. Nei primi minuti fornisce l'impressione migliore la Colombia, ma le chances sono per l'Uruguay: Darwin Nuñez spreca la prima e dimostra di avere le polveri bagnate anche in seguito, mancando due opportunità per la rete. La Celeste perde Bentancur e, al 39', subisce il gol: su un corner battuto da James Rodriguez (sesto assist), Lerma svetta indisturbato e incorna alle spalle di Rochet. Si tratta della svolta del match, con Rios che sfiora subito il bis, ma nel recupero l'Uruguay torna in gioco: Daniel Muñoz rifila una gomitata a palla lontana a Ugarte (46' pt), il rosso è inevitabile.
Bielsa ordina così l'assalto ai suoi nella ripresa, inserendo giocatori offensivi sin dai primissimi minuti, mentre Lorenzo si copre con Arias. Nei primi quindici/venti minuti non si gioca, complice l'infortunio al ginocchio del colombiano Rios. Esce dal campo anche James Rodriguez e i Cafeteros alzano le barricate, rischiando grosso: Darwin Nuñez colpisce un palo al 65', il neoentrato Suarez lo imita cinque minuti dopo. Saranno le uniche reali chances dell'Uruguay che, nonostante una pletora di giocatori offensivi, s'incarta su sé stesso e non sfrutta la superiorità numerica: tanti passaggi, tanto possesso sterile e poche conclusioni. Ne approfitta la Colombia, che chiude con sei difensori e Sinisterra come unico giocatore offensivo, ma sfiora due volte la rete con Uribe nei minuti finali. I Cafeteros vincono e ritrovano la finale, dove sfideranno l'Albiceleste. Per l'Uruguay le lacrime e... la furia: dopo il fischio finale, Darwin Nuñez e compagni danno vita a una maxi-rissa sugli spalti con un gruppo di tifosi colombiani. Questi ultimi avevano aggredito e infastidito le loro famiglie, ma l'episodio rischia di costare caro: la Conmebol potrebbe muoversi con delle squalifiche per i giocatori coinvolti, Nuñez su tutti.