L'attaccante del Boca dalla quarantena: "Questo virus è una m***, chi ne soffre muore solo"
L'emergenza coronavirus è arrivata anche in Argentina, dove tra le persone in quarantena c'è anche Carlos Tevez, attaccante ex Juve che ad inizio marzo festeggiava il titolo col Boca Juniors. Dalla gioia di quei giorni alla tristezza di questo periodo, L'Apache ne ha parlato ai microfoni di Olè: "Mia figlia ha compiuto 15 anni e abbiamo passato il compleanno insieme - ha raccontato - avevamo organizzato una festa, ma l'abbiamo rimandata a tempo debito. Adesso dobbiamo concentrarci su altro, sui nostri genitori e sui nostri nonni. Questo virus è una m****, temo più per loro che per i miei figli. Non si sa da dove venga, come ti possa colpire. Sappiamo solo che uccide e che, chi ne soffre, muore solo, senza poter essere confortato o abbracciato".
Il Italia come in altri paesi si parla molto del taglio degli stipendi ai giocatori e sul tema Tevez non ha alcun dubbio: "Noi calciatori possiamo stare un anno senza guadagnare - ha detto - e non siamo fra quelli che lasciano casa alle sei del mattino e ci tornano alle sette di sera pur di mantenere la loro famiglia. Sarei felice di aiutare e di mettermi a disposizione, perché lo Stato c'è ma dovremmo esserci pure noi. Questa situazione ci ha ricordato che siamo tutti uguali. Non serve a nulla apparire in un video". Il suo pensiero va poi a chi ha meno armi per combattere il virus, ovvero i poveri: "Sono coloro che rischiano di più. So dove vivono, ci sono cresciuto anche io. È importante stare insieme e cercare di aiutare le persone che più ne hanno bisogno”.