La testimonianza della 23enne smentisce e inguaia ancora di più il terzino brasiliano
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Si fa sempre più pesante la situazione per Dani Alves, incarcerato a Barcellona dopo la denuncia per stupro presentata da una ragazza di 23 anni. Secondo quanto riportato dal quotidiano spagnolo El Mundo, la versione dell’ex terzino della Juventus e del Barcellona è stata smentita non solo dalle telecamere del locale, ma pure dalla testimonianza della presunta vittima della violenza. La donna ha parlato oltre un’ora e mezza con gli inquirenti. Il racconto drammatico è stato molto dettagliato. Ed è proprio uno di questi dettagli ad aver peggiorato la posizione di Alves. "Ha una mezzaluna tatuata sul pube“, ha dichiarato la donna, smentendo la prima versione di Alves, che sosteneva di non averla mai conosciuta. Poi ha corretto il tiro, ammettendo di aver avuto un rapporto sessuale consenziente, ma questo cambio di versione non ha convinto il giudice he ha disposto l'incarcerazione dopo l'arresto.
Secondo Diario Nius gli inquirenti, che nel frattempo avevano raccolto la denuncia della ragazza, diverse testimonianze e acquisito i filmati delle videocamere di sorveglianza della discoteca, hanno tenuto nascoste le indagini al calciatore, rientrato in Messico per giocare con i Pumas dopo il Capodanno trascorso a Barcellona. Forti del fatto che la famiglia di Dani Alves avesse ancora la residenza in Spagna, si aspettavano che presto o tardi sarebbe tornato. E così è stato. Il ritorno è stato accelerato dalle cattive condizioni di salute della suocera, venuta a mancare il 12 gennaio. Portato in Questura, il terzino ha fornito diverse versioni contraddittorie e per questo motivo il giudice ha convalidato l'arresto e deciso per l'incarcerazione. Ora, in base alla legge spagnola, Dani Alves rischia fino a 12 anni di prigione.