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Ecco chi è Igor Gomes, il trequartista che hanno già ribattezzato "il nuovo Kakà"

Gioca nel San Paolo come l'ex milanista, ha esordito in prima squadra segnano una doppietta contro l'Ituano

25 Mar 2019 - 16:12

Il nuovo Kakà: un’etichetta che in questi anni è stata appiccicata a parecchi giovani giocatori, ma forse questa volta ci siamo. Segnare due gol nella prima partita da professionista non è un’impresa che tutti sono in grado di compiere e Igor Gomes l’ha fatto con la massima disinvoltura. Titolare nel San Paolo (proprio la squadra che ha lanciato Kakà) al posto dell’infortunato Hernanes, sabato Igor Gomes ha segnato la doppietta che ha consentito alla sua squadra di battere 2-1 l’Ituano nell’andata dei quarti di finale del campionato di San Paolo. “Uno dei giorni più felici della mia vita”, ha raccontato dopo la partita, non prima di essersi lasciato andare a una lunga videochiamata con il papà, la mamma e la sorellina che piangevano di gioia.
Igor Silveira Gomes (questo è il nome completo) ha appena compiuto 20 anni, essendo nato il 17 marzo del 1999 a Sao Josè do Rio Preto, una piccola città della provincia di San Paolo. Fisicamente assomiglia molto a Kakà, stessa struttura da atleta, postura simile e stessa presenza importante in campo. Fa il trequartista e esulta come l’ex milanista. Qualcuno già azzarda di cambiargli il nome di battaglia in “Kakazinho”. Ma lui ovviamente preferirebbe crescere ancora in pace, imparare qualcosa e continuare a segnare. Nella squadra Under 20, dove giocava fino a qualche mese fa, il suo grande cruccio era quello di non riuscire a fare gol. Problema risolto in un colpo solo alla prima partita da titolare.
Era considerato un fenomeno già da bambino, quando si esibiva con la maglia della scuola calcio di Sao Joao dos Campos. Il San Paolo lo ha tenuto sotto controllo fino al 2013, quando al compimento del 14° anno lo ha tesserato chiedendogli di andare a vivere alla Cotia, il centro tecnico dove si allenano e risiedono i giovani del club “tricolor”. Da qualche mese ha traslocato a Barra Funda, il centro dove si allenano e svolgono i ritiri i giocatori della prima squadra. “Devo molto alla Cotia e al periodo in cui vivevo lì. È una fabbrica di talenti e il motivo è chiaro quando ci vivi dentro, ci lavorano persone eccezionali”. Nello scorso settembre ha firmato un contratto da professionista fino al 2023 e dopo la doppietta segnata all’Ituano sicuramente si moltiplicheranno gli osservatori allo stadio Morumbi per vederlo all’opera, mentre lui continuerà a sognare Kakà. “Una persona che stimo molto oltre che un idolo assoluto. È il mio modello e lo sarà sempre, anche se non posso ancora pensare di paragonarmi a lui”.

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