Negli altri campionati continentali nessuno si fa grossi problemi a puntare sui giovanissimi
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E' talmente forte che in pochi si ricordano che ha solo 20 anni. Jude Bellingham è l'esempio più alto di cosa significhi puntare sui giovani. Certo, se ti ritrovi in casa un fuoriclasse così è un po' dura non accorgersene... Però non c'è dubbio che all'estero ci si faccia meno problemi a lanciare giocatori con poca esperienza. Il caso Pafundi all'Udinese, per esempio, dimostra che da noi è sempre più complicato prendersi dei rischi.
L'ultima giornata di Champions, e di Premier, Liga e Bundesliga, dimostrano che i grandi club europei ai giovani continuano a crederci. Basta guardare al Barcellona. Il suo allenatore, Xavi, lo aveva detto: "Se non avessero deciso di puntare sulla Cantera, ai miei tempi, probabilmente non avrei mai giocato ad alti livelli" e il calcio mondiale, si può aggiungere, si sarebbe perso un fuoriclasse. Proprio per questo il tecnico blaugrana continua a mandare in campo ragazzi giovanissimi. A una squadra che può schierare Gavi, 19 anni anche se sembra ormai già un veterano, Balde e Yamal (16 anni!), ha aggiunto nel fine settimana Guiu (17 anni), al debutto con gol dopo 30 secondi contro l'Athletic Bilbao, e Firmin Lopez, che ha segnato in Champions contro lo Shakthar.
Il Barcellona è la punta di un iceberg che comprende altre grandi squadre. Luis Enrique ha voluto subito puntare, nel suo Psg, su Zaire-Emery, classe 2006, che ha impressionato in mezzo al campo contro il Milan. In Premier De Zerbi non si è fatto problemi a lanciare Ferguson, attaccante classe 2004, e Ten Hag l'argentino Garnacho, anche lui diciannovenne. In Bundesliga si va da Xavi Simons e Benjamin Sesko del Lipsia a Youssoufa Moukoko del Borussia Dortmund, 18 anni, e Mathys Tel, classe 2005, del Bayern Monaco. Nella Liga c'è chi aspetta con ansia l'esplosione dell'attaccante brasiliano Endrick, il 2006 che presto Ancelotti regalerà alle platee mondiali.