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Finisce l'incubo anche per Paulo Fonseca. Dopo esser riuscito a lasciare Kiev con la famiglia, superata la mezzanotte ha fatto ritorno a Lisbona grazie all'ambasciata portoghese in Ucraina e al presidente della federcalcio portoghese Fernando Gomes. "Erano le 4 del mattino e abbiamo sentito le bombe cadere a Kiev - ha raccontato ai giornalisti al suo ritorno in patria - È stato il momento più difficile, siamo stati presi dal panico, abbiamo preso le nostre borse, siamo usciti in strada, abbiamo cercato di lasciare Kiev in quel momento, ma c'era troppo traffico sulla strada principale. Da lì, siamo andati all'hotel del presidente dello Shakhtar Donetsk. Ci siamo sentiti molto spaventati dalle bombe che cadevano vicino a noi. Non avevamo alcun dubbio che la guerra fosse iniziata".
L'ex tecnico della Roma poi continua parlando del viaggio di ritorno: "È stato difficile e molto lungo, quasi senza sosta praticamente, sempre con la sensazione di pericolo. Questa è stata la cosa peggiore. C'erano code ovunque, non c'erano né cibo né benzina nelle aree di servizio".
Infine un pensiero per la popolazione ucraina rimasta per difendere il proprio paese. "Non ho parole per descriverlo. Stanno soffrendo molto e combattendo duramente per difendere la patria. Il presidente Volodymyr Zelensky è il primo. C'era una lista enorme di persone che volevano entrare in Ucraina per aiutare l'esercito. Sarà difficile per queste persone, ma credo che abbiano già vinto questa guerra", ha concluso Fonseca.