Con la sconfitta contro l'Argentina i verdeoro si ritrovano al sesto posto del girone sudamericano
Primo Mondiale a 48 squadre e prima assenza del Brasile. Sarebbe una delle notizie più clamorose della storia del calcio. C'è ancora tempo e la Seleçao ha tutte le possibilità per rialzarsi, ma vedere la classifica del gruppo di qualificazione della zona sudamericana con i verdeoro al sesto posto (dietro a Venezuela ed Ecuador, per esempio), lascia davvero perplessi. Certo, c'è l'alibi di un'assenza importante come quella di Vinicius, ma c'è anche la consapevolezza di non vincere da quattro partite (un pari con l'Ecuador e tre sconfitte consecutive con Colombia, Uruguay e Argentina).
La sconfitta del Maracanà con i rivali di sempre a colori albicelesti (oltretutto campioni del mondo in carica) non farà male come l'ultimo atto del 1950 con l'Uruguay o il 'Mineirazo' del 2014 contro la Germania ma, a valutare quello che è successo sugli spalti, non è certo stata presa con filosofia dal pubblico brasiliano. La classifica recita Argentina in testa a quota 15, Uruguay 13, Colombia 12, Venezuela 9, Ecuador 8 e Brasile 7. Al momento, data la nuova formula del torneo, la Seleçao sarebbe dentro, visto che vanno dirette al Mondiale le prime 6, con la settima impegnata nello spareggio.
C'è tempo e modo per risalire, ma quello che preoccupa è la crisi di gioco e risultati della Nazionale di Diniz. Un allenatore a tempo ma di livello mondiale, se si considera che ha appena vinto la Copa Libertadores alla guida della Fluminense ed è riconosciuto in tutto il mondo come uno dei migliori interpreti del cosiddetto 'calcio funzionale', un tipo di gioco che cerca di sfruttare al meglio le caratteristiche tecniche dei singoli, creando associazioni sovraccaricando di giocatori determinate zone di campo. Forse il doppio impegno lo sta condizionando o, probabilmente, ci vuole del tempo per imparare questo tipo di calcio. Resta il fatto che il Brasile ha singoli e mezzi per risalire, anche tra le nuove leve come dimostra l'entrata in campo, contro l'Argentina, del giovane fenomeno Endrick, diciassettenne già preso dal Real Madrid.
Impensabile vedere il Brasile fuori da un Mondiale, anche se sembrava impossibile immaginare l'Italia eliminata nelle qualificazioni e invece è successo due volte di fila. C'è però il serio rischio che, quando Carlo Ancelotti arriverà sulla panchina verdeoro, da giugno in poi, si ritroverà una situazione compromessa. Brasile fa rima con Mondiale, da sempre. Unica squadra a non aver mancato nessuna edizione e unica Nazionale ad aver alzato la coppa più importante per cinque volte. Nel mondo si sono già perse troppe certezze, cerchiamo di evitare almeno questa.