© sporting.pt
© sporting.pt
Il calcio fa storia a sé, i grandi campioni ancora di più, ma l’esibizione davanti alle telecamere della croce è da non ripetere
di Gianluca Mazzini© sporting.pt
© sporting.pt
Arresto, espulsione, pene finanziarie. Non rischia nulla di tutto questo Cristiano Ronaldo anche se, nella semifinale della Champions araba, dopo aver segnato il rigore qualificazione ha esultato facendosi in segno della croce. A Riad le manifestazioni di una professione di fede religiosa diverse dall’Islam sono considerate un sacrilegio. Il regime saudita da sempre discrimina i cristiani che peggio che qui stanno solo in Cina. Tra i 13 milioni di immigrati che vivono in Arabia Saudita almeno tre milioni sono cristiani costretti ad una vita quasi catacombale. Si tratta soprattutto di operai e domestici di provenienza asiatica (es. Filippine) che non possono manifestare in alcun modo il proprio credo.
Il regime wahabita è l’interprete dell’islam più estremista che esista. Un problemino che tutti fanno finta di non vedere. Anche il mondo del calcio le cui star stanno facendo la fila per ricevere assegni milionari senza capire in che contesto si va a giocare.
Non solo dal punto di vista tecnico. La Saudi Pro League quest’anno può esibire tanti campioni occidentali ma si giocherà a quaranta gradi con stadi che difficilmente (se si escludono le prime partite) saranno affollati. Partite con grandi nomi e poco appeal. Benzema, Ronaldo, Firmino, Milinkovic Savic, Brozovic faranno caterve di gol ma pur sempre nel … deserto. Campioni finiti in un ingranaggio più grande di loro ovvero il progetto politico saudita di sport-washing. Obiettivo vendere all’estero l’immagine di un paese moderno in nome del pallone. Ma non è così. Passi per i giocatori musulmani (Benzema, Koulibaly), che avranno meno problemi, ma il resto della truppa europea, anche se non fervente cristiana, qualche guaio comportamentale se lo ritroverà. Come dimostra Ronaldo che già prima del segno della croce aveva avuto il “problema Georgina”…
La legge islamica non permette la convivenza tra persone di sesso diverso se non regolarmente sposate. Anche in questo caso si è chiuso un occhio, ma consigliando a CR7 di non presentarsi in pubblico con la compagna. Piccole rinunce compensate da montagne di petrodollari. Cosa che si farà anche in questo caso, ma l’esibizione davanti alle telecamere della croce è da non ripetere. Gli stessi tifosi dell’Al Nassr hanno contestato il portoghese.
Adesso avanti così fino al prossimo incidente “culturale”, ma è bene ricordare che con i wahabiti è meglio non scherzare. Nel paese del principe Mohamed Bin Salman vige la pena capitale per decapitazione (solitamente su pubblica piazza). Secondo Amnesty International il regno saudita è il paese al mondo dove c’è il più alto numero di esecuzioni capitali, ben 196 nel 2022. Il calcio fa storia a sé, i grandi campioni ancora di più, ma meglio non incorrere comunque nei tribunali religiosi… Ronaldo e soci europei sono avvisati.