Logo SportMediaset
In evidenza

Seguici anche su

DOPO LA BUFERA

Il Tottenham fa retromarcia: "Niente cassa integrazione, pagheremo aprile e maggio"

Subissati dalle critiche di tifosi ed ex calciatori, gli Spurs hanno annunciato che non beneficeranno degli aiuti statali

13 Apr 2020 - 20:56
 © Getty Images

© Getty Images

Dopo il Liverpool, anche il Tottenham fa retromarcia sull'onda dell'indignazione di tifosi ed ex giocatori per aver messo in cassa integrazione i dipendenti a causa dell'emergenza coronavirus. Gli Spurs, attraverso un comunicato ufficiale, hanno annunciato che pagheranno lo stipendio per intero delle mensilità di aprile e maggio. Le riduzioni salariali saranno applicate solo ai dirigenti del club. 

Dopo giorni di polemiche il club londinese ha fatto un'inversione a U, rinunciando al “Coronavirus Job Retention Scheme”, il bazooka da oltre 300 miliardi di sterline sfoderato dal Governo Johnson per evitare il collasso dell’economia.

Ma cosa prevede il CJRS? I datori di lavoro, praticamente di tutti i tipi di società, possono mettere “on furlough” (una sorta di cassa integrazione, ndr) i propri dipendenti con lo Stato che paga l’80% (lordo) del loro stipendio, fino a un massimo di 2500 sterline al mese.  Questo può avvenire solamente previo un accordo tra datore e dipendenti (difficilmente questi ultimi direbbero di no, con il rischio di non avere più uno stipendio né un lavoro) e, se volesse, il restante 20% potrebbe essere aggiunto dal datore di lavoro. Un provvedimento che vale per ora tre mesi, da marzo a maggio, prorogabile dal Governo.

A suscitare l'ira dei tifosi il fatto che a ricorrere a tale strumento in un periodo di emergenza per l'intera economia inglese fossero proprio i club più ricchi. E se il Liverpool  ha fatto marcia indietro quasi all'istante, in casa Tottenham ci hanno messo un po' più tempo prima di piegarsi alle rimostranze dei propri sostenitori.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri