Coleen Rooney alle Barbados
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Trionfo per Coleen Rooney e umiliazione per Rebekah Vardy nella cosiddetta "Guerra delle Wags" - acronimo riservato nel Regno Unito a consorti e fidanzate di calciatori celebri -, ossia la battaglia giudiziaria fra ex amiche combattuta senza esclusione di colpi e in favor di telecamere, che nelle settimane scorse ha monopolizzato la curiosità glamour-morbosa di tv e tabloid britannici.
Il processo, suggellato dall'ultima udienza il 19 maggio, si è chiuso infatti con una sentenza favorevole alla moglie di Wayne Rooney, goleador di tutti i tempi dei Tre Leoni, ribattezzata dalla stampa popolare "Wagatha Christie" per aver organizzato una trappola allo scopo di scoprire la gola profonda di una serie di pettegolezzi mediatici scatenatisi sul suo conto nei mesi passati; fino ad arrivare alla conclusione che a spifferare gli affari di casa sua fosse stata appunto - con l'aiuto di una press agent - l'ex amica Rebekah Miranda, moglie di Jamie Vardy, attaccante del Leicester ed ex compagno di nazionale di Wayne con la maglia dell'Inghilterra.
Un sospetto condiviso sui social, a cui Rebekh aveva risposto con una denuncia per diffamazione, che tuttavia Karen Steyn, giudice dell'alta corte di Londra, ha respinto oggi per manifesta infondatezza. Nella sentenza, la giudice Steyn ha additato Caroline Watt, agente della Vardy, come "probabile" fonte del gossip sulla famiglia Rooney, fatto trapelare sulle colonne del Sun con la verosimile benedizione di Rebekah.
Pur non senza condannare "i vili insulti" di navigatori del web abbattutisi su Rebekah attraverso i social media, Coleen, affiancata dal marito per tutta la durata della partita giudiziaria, si è da parte sua detta compiaciuta per il verdetto, aggiungendo anche che mrs Vardy e il suo entourage non avrebbero "mai dovuto" avviare l'azione legale contro di lei.
All'opposto, l'avvocato di Rebekah si è dichiarato deluso a nome della propria assistita, non escludendo - chissà - i supplementari di un contenzioso segnato da recriminazioni aspre e reciproche accuse di protagonismo mediatico, sullo sfondo di sfilate in tribunale in cui entrambe le protagoniste hanno esibito abiti di lusso e occhiali da sole griffati sotto gli obiettivi di frotte di paparazzi.
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