L'espediente utilizzato a San Paolo per sfuggire al valore dei tifosi ma anche... al fisco
Più che Ronaldinho, è diventato una specie di Houdini. Un illusionista capace di comparire, mettere in mostra magie straordinarie, scomparire e poi riapparire di nuovo sotto mentite spoglie. Il tutto per sfuggire alla pressione del fisco brasiliano che gli chiede conto di multoni arretrati per crimini ecologici e varie altre inadempienze. Dinho è ricomparso sul territorio brasiliano domenica pomeriggio, esattamente a San Paolo. Non si sa bene da dove, perché nelle settimane precedenti era stato segnalato in tre continenti diversi: Africa, Asia ed Europa. In teoria è destinatario di un provvedimento restrittivo, il suo passaporto dovrebbe essere sequestrato. Eppure continua a muoversi con grande disinvoltura. Comunque in questa domenica pomeriggio paulista è comparso magicamente vestito da calciatore, completo azzurro e fascia da capitano. Una partita d'esibizione organizzata da due ex calciatori, Falcao (il Pelè del calcetto) e Denilson. In campo giocatori in attività (Sidao e Nenè del San Paolo, Leo Moura del Gremio), più qualche ex illustre come Edu Gaspar, attuale coordinatore delle Nazionali brasiliane, e Zè Roberto, oggi dirigente del Palmeiras.
Al Ginasio do Ibirapuera, un palazzetto dello sport molto capiente di San Paolo, l'attrazione principale però era proprio Ronaldinho Gaucho, con i suoi dentoni e le sue finte micidiali. In 10.000 hanno pagato un biglietto per vedere all'opera l'ex stella di Barcellona e Milan: per quello che si è visto sul campo non sono rimasti delusi. Ma meno di un minuto (cronometrato) dopo il fischio finale dell'arbitro, Dinho era già dentro un'automobile che lo aspettava strategicamente all'esterno dell'impianto, ancora vestito da calciatore e scortato fin lì dal servizio di sicurezza. Questo espediente ha innervosito la gente che aveva pagato e sognava un selfie con l'idolo. Molti di loro si sono consolati (non si sa se consapevolmente o inconsapevolmente) con un clamoroso sosia del dentone, un signore che gli assomiglia in maniera impressionante e che a San Paolo è già noto per l'abitudine di firmare autografi e fare foto spacciandosi per Ronaldinho.
Tutto questo ovviamente non impedisce alla giustizia di fare il suo corso. Nel 2015, Ronaldinho e suo fratello vennero condannati per abuso edilizio e crimine ambientale, per aver costruito una piattaforma di pesca (tipo trabucco) e una darsena d'attracco per le loro barche sulla riva del fiume Guaìba, in una riserva naturale ultraprotetta e assolutamente senza autorizzazione. Il mese scorso, il Tribunale di Giustizia dello Stato di Rio Grande do Sul (di cui è capitale Porto Alegre) ha stabilito la confisca dei passaporti di Ronaldinho e del fratello, confisca mai eseguita per ora. I due sono stati condannati a un'ammenda di 8,6 milioni di reais (circa 2 milioni di euro) per il danno ambientale arrecato, ma per ora non hanno pagato, Nel frattempo si sono visti pignorare tre automobili di lusso e un'opera. Ma a quanto pare il Gaucho non ha perso la voglia di sorridere con i suoi dentoni e di dribblare tutto e tutti, in campo e fuori.