Il ct della Germania a 'Der Spiegel': "Non mi ha lasciato un biglietto di addio"
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Il papà di Julian Nagelsmann era un agente segreto e si è ucciso, a causa delle pressioni per il lavoro che svolgeva, quando l'attuale ct della Germania aveva 20 anni. È stato il ct della Germania a raccontarlo in una intervista al 'Der Spiegel'. "Non mi è permesso dire quale ruolo abbia avuto, e non so con certezza cosa abbia fatto, ma so che la sua non era una mansione amministrativa - ha rivelato l'ex allenatore del Bayern Monaco - Sapevo poco su dove lavorasse realmente, me lo ha detto quando avevo circa 15 anni. Parlavamo in auto quando mi accompagnava agli allenamenti, ma non gli era permesso parlare molto del suo lavoro. Diceva spesso che era troppo per lui, nella sua professione non potevi condividere le tue preoccupazioni, e alla fine gli è pesato troppo".
Nagelsmann ha anche spiegato che "quando la gente mi chiedeva cosa facesse mio padre rispondevo che era un soldato, anche mio nonno credeva che suo figlio fosse nell'esercito - ha proseguito - La notizia della sua morte? Stavo frequentando un corso per allenatori vicino Monaco quando il tutor mi ha chiesto di lasciare la stanza. È arrivato il mio patrigno che mi ha detto che mio padre si era suicidato. Non ha lasciato un biglietto d'addio, ma il modo in cui si è tolto la vita ha chiarito che la sua decisione è stata ferma. È stato un periodo di m... per la mia famiglia, ma almeno mi ha aiutato a sapere che voleva davvero morire e il suo non era soltanto un grido di aiuto. Dovevo rispettare la sua decisione".