Il presidente del club catalano: "Haaland? Non faremo acquisti che altereranno il nostro sistema salariale"
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Dopo un'estate turbolenta con l'addio di Lionel Messi e i primi mesi disastrosi tra Liga ed eliminazione ai gironi di Champions League, il Barcellona di Laporta guidato da Xavi si è ripreso in fretta. Grazie a giovani talenti e a un mercato importante, nonostante alcuni paletti imposti dalla Liga sui trasferimenti, i catalani sono stati tra le migliori squadre di questo 2022 macinando punti, vittorie e gol compreso il pazzesco 4-0 nel Clasico in casa del Real Madrid.
Nonostante questo la situazione finanziaria del club non è buona e la gestione di Laporta dovrà essere oculata. Però in Catalogna si vuole sognare e il nome di Lionel Messi, mai pienamente convincente al Psg, è sempre di moda: "Se un giorno Messi mi chiamasse e mi dicesse di voler tornare - ha commentato il presidente del Barcellona a RTVE, dopo che per i parametri salariali imposti dalla Liga non riuscì a rinnovargli il contratto -, ne parleremmo e ne sarei più che felice".
Il presente e futuro però riguarda altri giocatori a partire da quell'Ousmane Dembele messo sul mercato senza successo in inverno per fare cassa, per poi metterlo fuori rosa e reintegrarlo agli ordini di Xavi ritrovando un giocatore trasformato e decisivo: "Sa che lo amiamo e Xavi è riuscito a trovare il modo di farlo funzionare. Siamo orgogliosi e lui si sente apprezzato e anche se va in scadenza di contratto, so che sta bene al Barcellona e parleremo con il suo agente".
Chi invece non dovrebbe vestire il blaugrana è Haaland: "Sono stato molto chiaro - ha ribadito Laporta nell'intervista -. Istituzioni e regole vengono prima di tutto e non faremo acquisti che alterino il nostro sistema salariale. Non farò nomi di giocatori che ci interessano".
Infine, il club catalano con Real Madrid e Juventus è uno dei tre che porta avanti con convinzione il discorso Super League: "Il progetto va avanti e lo stiamo promuovendo. E' un modo per salvare il calcio europeo, è fondamentale". Questo nonostante le parole di Al-Khelaifi: "Lui con il Psg, ma anche il City, hanno una macchina dietro per fare soldi. Noi stiamo combattendo questo perché non possiamo permetterci che il calcio europeo sia nelle mani di stati al di fuori dell'Unione Europea".