È la cifra reclamata dal giocatore ai parigini che non gli hanno più versato stipendio e bonus dopo il rifiuto a rinnovare. Champions a rischio
È guerra totale tra il Kylian Mbappé e il PSG. Gli avvocati dell'attaccante sono passati all'offensiva davanti al tribunale civile di Parigi e hanno ottenuto il sequestro della somma dovuta nei conti del club, la bellezza di 55 milioni di euro, tra stipendi e bonus che il club parigino non gli ha più versato dopo la decisione del calciatore di non rinnovare il contratto in scadenza il 30 giugno 2024. Soldi che il PSG si è sempre rifiutato di versare all'attuale attaccante del Real Madrid, nonostante decisioni in tal senso della giustizia sportiva, bloccatasi però davanti ai ricorsi sistematici dal Psg. Mbappé ha anche chiesto, scrive il Corriere della Sera, di segnalare il mancato pagamento degli stipendi alla Uefa cosa che "potrebbe privare i parigini della licenza Uefa per la Champions League 2025-26".
I legali di Mbappé stanno portando avanti anche le procedure davanti alla giustizia sportiva e francese, cui si sono aggiunte altre tre denunce contro ignoti nel penale per difendere reputazione e immagine del loro assistito. "I tribunali sportivi si sono pronunciati a favore di Kylian. Solo che il club non sta attuando le decisioni della LFP - ha spiegato Thomas Clay, uno degli avvocati -. Il club è membro della LFP, il cui presidente è un membro influente del consiglio di amministrazione di quell'organismo. Il club non sta rispettando nulla: né il contratto di lavoro, né la legge, né la decisione della LFP, né la giustizia francese".
Tali azioni sono giustificate dal fatto che a settembre la commissione giuridica della Lega Calcio Professionistica (LFP) aveva ordinato al PSG di pagare queste somme, seguita a ottobre dalla commissione d'appello congiunta della LFP. Tuttavia, poiché il club ha contestato queste decisioni portando la LFP in tribunale a Parigi, tali decisioni non sono state ancora risolte. A seguito di questa azione legale, la commissione disciplinare della LFP e la commissione d'appello superiore della Federazione calcistica francese (FFF) hanno dichiarato di non essere competenti a pronunciarsi sulla controversia.
Il tribunale ha fissato per il 26 maggio un'udienza di orientamento, vale a dire un esame iniziale del caso, prima di tenere un'udienza iniziale sul merito della causa, che si terrà tra qualche mese. Al momento è esclusa la possibilità di un accordo amichevole.
PSG: "PRONTI AD ANDARE AL TRIBUNALE DEL LAVORO"
Il solo tribunale competente, scrive il PSG in un comunicato, “è quello del lavoro (…), ma fondamentalmente si tratta di una questione di buona fede, onestà e lealtà, nonché di rispetto dei valori e dell'istituzione Psg e dei suoi tifosi. Tutte le procedure legali non fanno che ritardare la soluzione in tribunale del lavoro, dove il Psg è pronto a esporre l'insieme dei fatti, delle prove e testimonianze che provano l'esistenza di un accordo”.