La società di Lisbona lo ha cacciato "per non aver superato il periodo di prova". Il serbo: "Calpestati i miei diritti"
Volano i cocci tra Sinisa Mihajlovic e lo Sporting Clube di Lisbona dopo il matrimonio estivo e il divorzio lampo. Un regno portoghese, quello del tecnico serbo, durato pochissimi giorni ufficialmente "per non aver superato il periodo di prova". In realtà il cambio societario ha causato il tutto, ma Mihajlovic non ci sta e si è rivolto al Tas di Losanna: "Hanno calpestato i miei diritti, ora mi risarciscano. Ma mi spiace non essere in pista".
L'ex tecnico di Milan e Torino aveva firmato lo scorso giugno un contratto triennale con i Leoes, ma la rivoluzione a livello societario che ha colpito i lusitani ha fatto precipitare una situazione solo apparentemente solida, con Sinisa cacciato per "non aver superato il periodo di prova" previsto nei contratti in Portogallo. "Peccato che all'epoca mi trovassi ancora in vacanza in Sardegna" ha tenuto a precisare Mihajlovic in un'intervista alla Gazzetta.
La scelta successiva, studiata con gli avvocati, è stata quella di portare lo Sporting davanti al Tas di Losanna per far valere la propria convinzione di aver ricevuto un "esonero senza giusta causa", chiedendo il risarcimento danni. "In 30 anni non ho mai assistito a un comportamento del genere, ho presentato tutte le carte e ho avviato l'iter per chiedere i danni al club. "Avevo accettato con entusiasmo e avevo preso tutte le precauzioni del caso. Mai mi sarei aspettato di finire in tribunale anziché in panchina. Con l'ex presidente De Carvalho avevamo impostato tutto".
Poi però lo stesso presidente è stato allontanato e la nuova dirigenza ha annullato di fatto il contratto con Mihajlovic: "Il 18 giugno abbiamo sottoscritto un accordo, ma pochi giorni dopo De Carvalho è stato allontanato ed è iniziato il mio calvario".