"Sono stato costretto a vendere Salah, spero che i frutti del mio lavoro si vedano in futuro"
Chiusa la parentesi nella Capitale, Monchi è tornato nella Liga, ma non ha scordato i due anni alla Roma. "Sono andato via perché a un certo punto ho capito che io e la proprietà avevamo idee divergenti, quindi è stato giusto chiudere. Ma posso solo parlare bene del presidente Pallotta. E' stata un'esperienza bellissima che mi ha arricchito dal punto di vista umano e professionale", ha detto durante la presentazione ufficiale al Siviglia.
"Non cambierei mai i due anni che ho trascorso a Roma, rifarei quella scelta. Ho commesso degli errori, ma non mi pento della mia scelta. La Roma resterà sempre nel mo cuore. Spero che i frutti del mio lavoro si vedano anche in futuro", ha aggiunto.
"Sono convinto che qualcosa si debba cambiare, ma è lo stesso che ho dovuto affrontare io. Pensate che abbia venduto Salah perché fossi contento di farlo? Ho dovuto vendere Salah perché in quel momento la Roma ne aveva bisogno, aveva bisogno di vendere qualche giocatore per i problemi col Fair Play Finanziario. Sono convinto che quelli che arriveranno a ricoprire il mio ruolo in futuro prenderanno delle decisioni buone per il futuro della Roma, che è una società con delle basi sufficientemente forti per andare avanti. Ha dei professionisti a livello dirigenziale come Fienga, Baldissoni, Calvo, Massara, Totti e Balzaretti. Persone capaci. La Roma ha anche una tifoseria e un peso che fanno si' sia difficile fermarsi", è poi entrato nel dettaglio parlando con ReteSport.
Poi un messaggio ai tifosi: "Mi dispiace che le cose siano finite così, posso dire solo che fino all'ultimo momento ho sempre sentito il sostegno dei tifosi al di là del fatto che non tutti potevano essere contenti di me. Quella della Roma è una tifoseria grande, di un club importante".