Definito il protocollo: il 9 maggio inizia il campionato nelle isole nord europee
Faroe isole felici. Non solo perché finora, secondo gli ultimi dati Oms, non ci sono stati morti per il coronavirus (e solo 185 i casi di persone positive), ma anche perché - adesso è ufficiale - mentre tutto il calcio europeo discute se e quando ripartire, il campionato delle isole sospese tra Scozia, Islanda e Norvegia è il primo a ripartire tra le federazioni Uefa: da sabato 9 maggio comincia il Formuladeildin. Con due mesi di ritardo sul previsto, divieto per i calciatori di sputare a terra o pulirsi il naso, e pallone disinfettato, ma comunque in tempo per far svolgere un torneo, quello della massima serie, che annovera dieci squadre e prevede l'assegnazione del titolo e due retrocessioni.
Il protocollo, quello inseguito dalla Serie A come dalla Bundesliga, è definito, e pazienza se la capitale Torshavn dovrà chiudere le porte dello stadio da 5.000 posti. In campo, niente sputi o soffiate di naso in campo, per bere ognuno dovrà avere una propria bottiglia personale. Tutti dovranno lavarsi le mani prima e dopo la partita, mentre prima del calcio d'inizio verrà disinfettato anche il pallone. Ogni club dovrà mettere a disposizione due spogliatoi per ciascuna squadra. Sarà ancora una volta il campionato delle giornate del sole perenne di queste isole sperdute, dove ci sono più pecore che abitanti (80mila contro 50mila) e dove si può arrivare solo con una compagnia aerea locale in grado di affrontare il vento fortissimo all'atterraggio. L'Italia lo sa, perché qui ha giocato due volte, contro una rappresentativa formata da dilettanti, come quasi tutti i giocatori del calcio 'feringio' fra i quali, nel Klaksvik, c'è anche un italiano di madre danese, Sebastian Avanzini da Verona.
E' uno dei pochi calciatori a tempo pieno di queste isole, assieme a qualche brasiliano in cerca di fortuna e allo spagnolo Pedro Tarancon. Emblatica la storia dell'ivoriano Ble', 38 anni, ex Udinese: per arrotondare il rimborso della sua squadra fa l'operaio in un'azienda ittica. I calciatori locali, invece, sono tutti carpentieri, manovali, maestri di scuola. Da sabato 9 maggio tutti torneranno a sfidarsi, a porte chiuse: " Qui ancora si seguono molte precauzioni - ha raccontato al 'Mundo Deportivo' Tarancon, che alle Isole Faroe ha trovato anche moglie -, ma stiamo tornando alla normalità. Da lunedì scorso, 20 aprile, hanno riaperto le scuole, e adesso possiamo di nuovo allenarci tutti insieme. In realtà lo avevamo fatto anche nelle scorse settimane, ma solo a gruppi di cinque. Le regole in campo? Ci adattiamo, perché la salute viene prima di tutto, ma giocare a calcio è sempre bellissimo".