Il brasiliano ex Milan è accusato di riciclaggio
Si aggrava la posizione dell'ex calciatore brasiliano Ronaldinho, arrestato in Paraguay per essere entrato nel Paese con documenti falsi: l'inchiesta questa settimana entra in una nuova fase, con la procura locale propensa a concentrarsi su quello che ritiene possa essere uno schema di riciclaggio di denaro che coinvolge l'imprenditrice che ha invitato l'ex milanista in Paraguay, Dalia Lopez.
Allo scopo, gli inquirenti inizieranno ad analizzare file e messaggi sul cellulare di Ronaldinho e di suo fratello, Roberto Assis. Secondo il pm responsabile del caso, Osmar Legal, si sta indagando sul legame tra i due fratelli e la Lopez, l'imprenditrice che ha gestito la loro visita e che li ha incontrati all'arrivo all'aeroporto di Asuncion prima che fossero arrestati. "La nostra ipotesi principale è che i documenti falsi sarebbero stati usati per scopi commerciali o investimenti che non erano legali", ha spiegato Legal, per il quale è "strettamente necessario" che Ronaldinho resti in carcere. L'ex Pallone d'Oro è stato arrestato con suo fratello lo scorso 6 marzo mentre tentava di entrare in Paraguay con un passaporto falsificato. Un giudice ha nel frattempo negato la cauzione e ha respinto la richiesta della difesa di sottoporli agli arresti domiciliari, sostenendo che per i due indagati esiste il pericolo di fuga.