Ha messo a segno il rigore decisivo in semifinale della Champions League araba ma da quelle parti è vietata l’espressione pubblica della fede cristiana
Ha segnato e poi si è segnato. Un gesto legato alla tradizione ma può capitare che tradizione faccia rima con trasgressione. In Arabia Saudita è vietata l’espressione pubblica della fede cristiana e sono previste pene per chi contravviene a queste disposizioni. Galeotto il rigore decisivo nella semifinale di Champions League araba, dopo il quale Cristiano Ronaldo si è fatto il segno della croce.
Il suo tiro dagli undici metri ha portato l'Al Nassr alla finale della competizione dei Paesi arabi dove affronterà l'Al Hilal di Koulibaly e Milinkovic-Savic. Dopo aver trasformato il rigore al 75′, Ronaldo, prima di esultare con il suo classico ‘Siuuu', si è fatto il segno della croce. E il gesto in Arabia Saudita è proibito. I non musulmani non possono nemmeno pregare in pubblico o esibire collane od oggetti religiosi in vista. E chi trasgredisce queste regole è accusato di fare proselitismo religioso. Altri episodi come questo in passato sono stati puniti severamente. Come è successo al colombiano Juan Pablo Pino che fu addirittura arrestato perché fu sorpreso in un centro commerciale di Riad con una maglietta strappata da cui s’intravedeva un tatuaggio che raffigurava Gesù.