L’allenatore dell’Everton e la pandemia coronavirus: “Ogni sera è terribile leggere il bollettino dei morti italiani”
"In queste ore per me il calcio conta zero e mi dà quasi fastidio parlarne, di fronte alla tragedia alla quale stiamo assistendo". Dopo la Serie A anche la Premier League ha deciso di fermarsi per via dell'emergenza coronavirus e Carlo Ancelotti, unico tecnico italiano d'Oltremanica, ha parlato del momento del calcio inglese in un'intervista con la Gazzetta dello Sport a firma di Stefano Boldrini: "Ci troviamo a fare i conti con una pandemia, una situazione che nessuno di noi aveva mai vissuto fino ad oggi. Il bollettino dei morti dell’Italia è terribile" ha detto il tecnico dell'Everton.
"Ho seguito in televisione con attenzione la conferenza stampa del premier britannico. Mi pare che quassù non si siano ancora resi conto della gravità della situazione. La vita continua a scorrere con una certa regolarità. Eppure ho letto le dichiarazioni di uno dei consiglieri scientifici di Johnson, Patrick Vallance, secondo il quale il sessanta per cento dei britannici nel contrarre il coronavirus svilupperà l’immunità di gregge".
"Ogni sera leggiamo un bollettino di guerra. In un giorno sono scomparse altre duecentocinquanta persone. La priorità è concentrarsi su questa lotta, tutto il resto non conta", ha aggiunto. "Chi può sapere che cosa accadrà? Noi, in teoria, dovremmo rimetterci al lavoro il 22 marzo, ma se la situazione generale dovesse peggiorare, come si può pensare alla ripresa del lavoro? Non conteranno le esigenze del calcio, ma la salute delle persone. Se ancora il coronavirus sarà in piena esplosione, il calcio non potrà ripartire. Come si concluderà la Premier? Con estrema sincerità, l’argomento non mi interessa. Il calcio, di fronte alla vita e alla salute, va messo da parte".
Poi un messaggio al suo Paese: "L’Italia è stata costretta a capire che, in questo momento, basta con le cazzate e con le leggerezze. Bisogna rispettare le direttive e ascoltare chi ha la competenza per emanare delle regole. Ci sono ordini ben precisi e vanno eseguiti. Bisogna rispettare se stessi, gli altri e le persone che sono al fronte in questa guerra. Provo profondo rispetto e ammirazione per medici, infermieri, volontari”.
Ma anche se lo infastidisce, per Ancelotti non parlare di calcio è impossibile e allora ecco un giudizio su alcuni coleghi: "Con Klopp ci scambiamo messaggi qualche volta, c’è stima reciproca. Poi c'è Mourinho: José è un personaggio di spessore, uno sincero. È così come lo vedi. Guardiola, con lui si scambiamo impressioni di calcio. Massimiliano Allegri, un uomo concreto e corretto. Tra noi c’è sintonia perché sappiamo quali siano le difficoltà del mestiere e la solitudine in cui ti trovi quando devi compiere scelte particolari, o vivi momenti difficili".