A Stamford Bridge decidono Alexander-Arnold e Firmino: 2-1. L'Arsenal vince con il cuore, Manchester United ko
Continua inarrestabile la corsa del Liverpool in Premier League: i Reds battono per 2-1 il Chelsea a Londra e dopo sei partite comandano la classifica a punteggio pieno. Tardiva la reazione dei Blues, che dopo le reti di Alexander-Arnold (14') e Firmino (30') accorciano con Kanté al 71'. Vittoria importante per l'Arsenal, che fa 3-2 in rimonta contro l'Aston Villa. Brutto ko invece per il Manchester United, battuto per 2-0 dal West Ham.
CHELSEA-LIVERPOOL 1-2
Una vittoria, la sesta in sei partite di campionato, da big vera e propria. Oltre che da squadra che ormai è consapevole di poter puntare con convinzione a quel titolo che manca ormai da 30 anni esatti. Questa è la nuova realtà di un Liverpool che non rinuncia alla sua bellezza ma che ora riesce anche a mettere in campo quella malizia e la capacità di conservare il risultato che erano mancate nella pur straordinaria cavalcata dello scorso anno. Perché il successo di Stamford Bridge non è il frutto solo dei due gol (peraltro molto belli) dei Reds, ma anche della resistenza in un finale in cui il Chelsea fa di tutto per regalare un dispiacere ai rivali. L'equilibrio dura meno di un quarto d'ora (durante il quale il Chelsea prova a giocarsela alla pari contro i formidabili avversari), poi già al 14' il match prende una direzione precisa: è il minuto in cui il Liverpool guadagna una punizione con Salah che appoggia di tacco a Alexander-Arnold, la cui sassata non lascia scampo a Kepa. Per Lampard piove sul bagnato, perché Emerson deve lasciare il campo per infortunio (stessa sorte più avanti anche per Christensen) e in generale la sorte non sembra affatto sorridere ai Blues. Dopo un'importante parata di Adrian su Abraham, infatti, arriverebbe anche il pareggio di Azpilicueta al termine di un'azione rocambolesca: il Var però annulla tutto per fuorigioco. Dal possibile 1-1 al 2-0 il passo è breve, infatti alla mezz'ora Firmino incorna alla perfezione su punizione di Robertson: nell'occasione però sono fin troppo fermi Christensen e Marcos Alonso. Il monologo Reds sembra proseguire anche nella ripresa (Firmino e Mané sfiorano il tris), poi improvvisamente si risveglia il Chelsea: Kanté manca di poco la porta all'ora di gioco, quindi al 71' trova l'angolino giusto con un destro strepitoso al termine di un'irresistibile serpentina che lascia di sasso ben quattro difensori del Liverpool. Un Liverpool che a questo punto potrebbe crollare, ma non avviene: Adrian dice di no a Azpilicueta, ci provano invano anche Batshuayi e Mount. Il Liverpool regge, e la sua vittoria è fondamentale: è la vittoria di una squadra che sembra ormai davvero matura per puntare al titolo di campione d'Inghilterra.
ARSENAL-ASTON VILLA 3-2
Una sofferenza atroce, alcune amnesie inspiegabili e il baratro che sembra davvero un passo: così si possono riassumere i primi 80 minuti dell'Arsenal all'Emirates Stadium, in una domenica che invece i Gunners chiudono con una vittoria e il terzo posto in classifica in coabitazione con West Ham e Leicester. Ma le cose da rivedere sono molte. Se infatti l'Arsenal sembra iniziare il match nel modo migliore (dopo una manciata di secondi Maitland-Niles è in condizione di segnare, ma sbaglia), il vantaggio degli ospiti aiuta a capire parte degli attuali problemi dei Gunners: al 20' El Ghazi mette un pallone al centro dalla sinistra, i tre centrali dell'Arsenal sono tutti schierati in linea, ma McGinn non ha alcun problema a infilarsi in area e a battere Leno sottomisura con il sinistro. L'Arsenal prova a reagire (Saka manca lo specchio della porta), ma perde anche il controllo: fioccano i cartellini gialli, di cui due ai danni di Maitland-Niles che lascia i suoi in dieci sin dal 41'. La partita, che sembra già stregata, cambia volto al 59' quando Guendouzi viene steso in area da Engels: è rigore, che Pépé trasforma. La gioia dei padroni di casa dura però solo una manciata di secondi, dato che già al 60' Wesley riporta in vantaggio i Villans sfruttando l'assist di Grealish (e ancora una volta la difesa dell'Arsenal non è affatto esente da colpe). Sembra una domenica disastrosa per Emery, ma qualcosa cambia nei dieci minuti finali, che stravolgono il risultato: all'81' Chambers trova il nuovo pareggio sfruttando un pallone vagante in area (e una leggerezza di Mings), all'84' quindi ci pensa Aubameyang con la punizione che regala ai Gunners tre punti conquistati con il cuore ma non proprio meritati fino in fondo per quanto visto in campo.
WEST HAM-MANCHESTER UNITED 2-0
A quota 11 punti in Premier League, nel gruppo delle terze in classifica, c'è anche il West Ham che all'Olympic Stadium di Londra vince autorevolmente una sfida divenuta diretta in queste prime fasi di campionato. Ma che, per quanto visto in campo, non sembra esserlo affatto: il Manchester United, infatti, gioca sotto ritmo per l'intera durata della sfida e la sua temporanea fuoriuscita dal treno europeo non sembra casuale né immeritata. Il West Ham parte meglio sin dalle prime fasi della partita, mentre dall'altra parte fatica non poco un Manchester United in cui il solo Daniel James riesce a rendersi in qualche modo pericoloso dalle parti di Fabianski. Le parate vere e proprie arrivano invece da parte di De Gea, che dice di no a Yarmolenko e soprattutto a Noble, che su calcio da fermo costruisce l'azione più nitida del primo tempo. Quando poi sembra tutto pronto per il riposo, gli Hammers si portano in vantaggio: al 44' arriva infatti una splendida triangolazione tra Noble e Felipe Anderson, l'ex Lazio di prima trova Yarmolenko che di sinistro insacca. Nell'occasione, però sono ben quattro i difensori ospiti che si lasciano sorprendere. Nella ripresa ci si aspetterebbe una riscossa dei Red Devils, che però non arriva: l'inizio è promettente, con Mata che finalmente ha modo di provare la conclusione ma sbaglia mira. Quindi Fabianski salva il risultato su conclusione sottomisura di McTominay. Manca mezz'ora al termine, e improvvisamente il Manchester United si spegne: Solskjaer perde per infortunio Rashford, getta nella mischia Lingard ma non arrivano più concrete occasioni da parte dei suoi. Anzi, chi attacca con convinzione è il West Ham: De Gea deve superarsi per negare il gol del raddoppio a Felipe Anderson, poi Cresswell su punizione spedisce di un soffio sopra la traversa. Ma è solo questione di tempo, e proprio lui all'84' raddoppia, sempre su calcio da fermo. Nel finale ci prova ancora un encomiabile James, ma nulla cambia. E per il Manchester United è davvero notte fonda.
CRYSTAL PALACE-WOLVERHAMPTON 1-1
Fino al 96' era desolatamente penultimo nella classifica di Premier League, quindi arriva la prodezza di Diogo Jota a regalare almeno un punto al Wolverhampton, a settembre solo lontano parente della squadra inarrestabile che fece impazzire il Torino in Europa League. Ora invece i Wolves devono accontentarsi del primo pareggio dopo due ko consecutivi, che se non altro permette loro di non ritrovarsi troppo staccati dal treno che attualmente non va oltre la conquista della salvezza. Gli ospiti non giocano neanche male, sfiorano il vantaggio con Doherty e proprio Diogo Jota nel primo tempo (bravo in entrambi i casi Guaita). Al primo minuto della ripresa, però, Dendoncker trova il più sfortunato degli autogol e gli uomini di Espirito Santo perdono tutte le loro residue certezze. Viene anche espulso Saiss, Benteke si divora il raddoppio per il Crystal Palace e quando in campo entra Patrick Cutrone (a un quarto d'ora dal termine) sembra troppo tardi. Ma non è così, perché al 96' arriva il guizzo del fuoriclasse, con Diogo Jota che sfrutta il servizio di Adama Traoré e trova un gol che per i Wolves è importante come l'ossigeno. E dall'altra parte il Palace, che già sognava di issarsi in piena zona Europa, si ritrova improvvisamente a metà classifica.