Nel maggio 2016 la prima delle tre Champions di fila, ieri l'umiliazione con l'Ajax: 1011 giorni di dominio europeo
Il 28 maggio del 2016 il Real Madrid vinceva la prima delle tre Champions League di fila targate Zidane, 1011 giorni dopo l'Europa conoscerà un nuovo padrone. La lezione impartita dall'Ajax al Bernabeu ha certificato la caduta degli dei blancos ma non deve far dimenticare che il ciclo appena finito è stato da record: 14 trofei vinti ponendo come inizio la stagione 2013/14 quella della Decima firmata Ancelotti.
La settimana tremenda del Real, doppia sconfitta contro il Barcellona che ha certificato l'esclusione dalla corsa per la Liga e l'eliminazione in Coppa del Re, si è quindi conclusa con l'addio alla coppa più amata. Se 1011 sono i giorni in cui è stato padrone-detentore della Champions, diventano 1392 considerando l'ultima eliminazione europea: merito della Juventus, era il 5 maggio 2015.
Nelle ultime sei stagioni questa squadra è stata capace di vincere quattro Champions, tre Supercoppe Uefa, quattro Mondiali per Club, una Supercoppa di Spagna, una Coppa del Re e una Liga facendo coesistere giocatori come Cristiano Ronaldo, Benzema, Kroos, Bale, Marcelo, Modric e costringendo i vari Ancelotti, Benitez, Zidane, Lopetegui e Solari a tenere in panchina nomi altisonanti, da James Rodriguez ad Asensio.
Una prova di forza che, forse, ha annebbiato la mente di Florentino Perez, nel corso degli anni comprensibilmente in difficoltà nel mettere mano al gruppo fino ad ostinarsi a non sostituire uno come CR7, uomo da 50 gol a stagione, e provare soluzioni rischiose in panchina (vedi Lopetegui e il caos Spagna prima dei Mondiali 2018) convinto che l'invincibile Real fosse senza data di scadenza.
Non rinnovando per tempo la rosa, la caduta è stata più rumorosa e pesante, ora la rivoluzione non è più una scelta ma una necessità: Benzema, Bale, Marcelo, Isco e forse Modric, sono tanti i giocatori dati per partenti e chissà quanti nuovi ne arriveranno. Ieri parte dei tifosi blancos ha lasciato il Bernabeu ben prima del 90', i restanti spettatori hanno fischiato la squadra e chiesto le dimissioni al presidente, reazione ingenerosa per quanto fatta a caldo ma questa squadra merita comunque un grande applauso, anche dagli avversari, perché ha scritto (ancora) la storia del calcio.