Il portiere del Psg: "Ci sono dei momenti in cui uno con la mia storia deve fare un passo indietro per autotutela"
La Nazionale, il suo addio, le parole di e per Mancini e Marco Verratti. Gigi Buffon è tornato a parlare dell'Italia al termine del match di campionato vinto contro il Reims: "Con Mancini ci eravamo sentiti a maggio, è stato un colloquio costruttivo. Ci sono dei momenti in cui uno con la mia storia deve fare un passo indietro per autotutela. Penso sia stato giusto così".
"È giusto ricominciare un percorso, io vivo di sentimenti e di emozioni e per la causa che sposo do veramente l'anima, per la Nazionale ho dato anche qualcosa di più - ha proseguito l'ex capitano azzurro - Nonostante ciò ogni tanto questo non mi è stato riconosciuto e a 40 anni uno non ha tanta voglia di sembrare quello che vuole esserci per forza. Sto benissimo a casa con i miei figli e la mia famiglia, al mister ho detto questo e lui ha capito e rispettato il mio pensiero. E questo è molto bello".
Anche su Verratti il Buffon-pensieri è, come al solito, senza filtri: "In questo momento secondo me è l'unico vero talento del calcio italiano, per la personalità con cui gioca le partite, per il tipo di qualità di tocco e di veduta di gioco". "Qua ha la fortuna di giocare con dei campioni che al primo sguardo riescono a capire dove la palla andrà e dove la vogliono - ha concluso - È facilitato in tutte le sue giocate".