L'estremo difensore del Chelsea si rifiuta di uscire e l'allenatore italiano va su tutte le furie
Ha del clamoroso quello che è successo a Wembley nei minuti conclusivi dei tempi supplementari della finale di Coppa di Lega (Carabao Cup) tra il Chelsea e il Manchester City. Protagonisti il tecnico dei Blues Maurizio Sarri e il portiere Kepa, vittima di un attacco di crampi: l'allenatore italiano decide per la sostituzione, chiama a sè il secondo portiere Willy Caballero, comunica il tutto al quarto uomo ma l'avvicentamento non avviene perché l'estremo difensore spagnolo si rifiuta di uscire.
Dopo un paio di minuti di discussione ai limiti del surreale Kepa resta in campo, nonostante Caballero fosse già pronto per subentrare. Il vice Gianfranco Zola non la prende bene, Maurizio Sarri ancora peggio tanto che si dirige in un primo momento verso gli spogliatoi, deciso a lasciare il campo, per poi tornare sui suoi passi. L'intervento di Rudiger è decisivo per sedare (almeno) apparentemente la lite. Poi il tutto riprende, si va ai rigori e per Maurizio Sarri dopo la rabbia arriva la delusione: la coppa va al City.
Al termine del match il tecnico dei Blues ha poi minimizzato l'episodio spiegando che "è stato un equivoco". "Pensavo che avesse un problema e non potesse continuare a giocare - ha spiegato Sarri -, poi il medico mi ha spiegato". Anche da Kepa è arrivato un messaggio distensivo: "Vorrei chiarire che in nessun momento è stata mia intenzione disobbedire all'allenatore e a nessuna delle sue decisioni. Credo che sia stato solo un malinteso in un momento di grande tensione di una finale. Sarri ha pensato che non fossi in condizione di continuare a giocare e la mia intenzione era solo quella di spiegargli che stavo bene".