Lo spagnolo ex Real Madrid ha voluto rispondere alle accuse della stampa serba intervenendo a Radio Marca
La notizia dell'attentato a Darko Kovacevic, ex attaccante di Juve e Lazio, ha fatto subito il giro del mondo e ancora più clamore, nei giorni successivi, aveva fatto l'accusa del quotidiano serbo Telegraf, che aveva indicato l'ex compagno di squadra Raul Bravo come il mandante del tentato omicidio. Accuse che l'ex giocatore, implicato nella Operacion Oikos (lo scandalo scommesse che scosse la Spagna tra il 2016 e il 2018, ndr), rispedisce al mittente attraverso i microfoni di Radio Marca: "È una storia che non sta nè in cielo nè in terra".
“Queste cose non mi creano problemi, ma la mia famiglia legge queste stupidaggini e soffre - ha spiegato Raul Bravo - Mi ha chiamato Darko per chiedermi come sto e mi ha assicurato che ritiene quanto pubblicato delle assurdità. Siamo stati compagni di abitazione e abbiamo un rapporto ottimo. È una storia che non sta nè in cielo nè in terra. Netflix è niente rispetto al film che qualcuno sta facendo con questa storia”.
Per spiegare come mai sia uscito proprio il suo nome, l'ex giocatore parla di sensazionalismo: “Una rivista scandalistica serba tira fuori la notizia e incredibilmente è certa che io abbia ordinato di sparare a Kovacevic. Ma del resto quello che non vende non conta e scrivere che io volessi ammazzare Darko vende di più”.
Stando alle parole di Raul Bravo, neanche Kovacevic crede minimamente alla ricostruzione della stampa serba: “Il nostro rapporto, ripeto, è ottimo. È una storia inventata, una pazzia. A casa mia sono un po’ preoccupati, ma io sapevo che Darko si sarebbe fatto due risate leggendo questa notizia. Ci ha messo due giorni a chiamarmi, è l’unica cosa che posso rimproverargli”. Nessuna ipotesi però sul possibile movente dell'agguato: “Non si è messo in nessun guaio e non sa perchè gli è successo tutto questo. Conoscendolo, ho pensato fosse un tentativo di rapina. Non immagino chi possa volergli fare del male”.
“Mi chiedono perchè non sporgo denuncia - ha aggiunto l'ex giocatore - ma purtroppo non tirerei comunque nulla di buono da questa storia. Non devo ripulire il mio nome, chi mi conosce lo sa”. E al momento le indagini sembrano confermare la sua tesi.