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Stoccarda: Silas Wamangituka, il bomber che non esiste

Ha giocato con documenti falsi: in realtà si chiama Silas Katompa Mvumpa

08 Giu 2021 - 13:37
 © Getty Images

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Silas Wamangituka, attaccante 21enne dello Stoccarda che in questa stagione ha segnato 11 gol in 25 partite in Bundesliga, non esiste. In realtà si chiama Silas Katompa Mvumpa, di anni ne ha 22, e sia il club tedesco che lo stesso calciatore congolese hanno confermato che ha giocato con documenti falsi. Un caso che ricorda molto da vicino quello di Eriberto-Luciano, venuto alla luce in Serie A nel 2002. 

Il ragazzo sarebbe stato vittima delle macchinazioni dell'ex procuratore e per questo lo Stoccarda lo difende a spada tratta in quanto vittima. "Senza il supporto del mio nuovo procuratore e quello del mio club, non avrei mai osato fare questo passo -el parole di Mvumpa . Ma ora ho capito che non devo più vivere nella paura e posso giocare a carte scoperte. Negli ultimi anni ho avuto paura anche per la mia famiglia in Congo, ma ora qui mi sento a casa, mi sento al sicuro”.

Il cambio d’identità sarebbe avvenuto nel 2018 per permettere all'attaccante di passare all'Alés a parametro zero. Dfb e Dfl dovranno ora decidere come procedere (possibile la squalifica del calciatore, anche se lo Stoccarda, in tal senso, si dichiara fiducioso).

IL CASO ERIBERTO-LUCIANO
Nell'estate 2002 il calcio italiano venne sconvolto dalla rivelazione di Eriberto, velocissima ala brasiliana in procinto di passare dal Chievo alla Lazio di Cragnotti. "Il mio vero nome è Luciano, non Eriberto. E non ho 23 anni, ma 26". Nel 1996 un procuratore senza scrupoli gli indicò la cattiva strada per farcela a sfondare nel mondo del calcio: documenti falsi, generalità rubate a un contadino dello stato di Rio e provino al Palmeiras, trampolino di lancio per lo sbarco in Italia al Bologna due anni dopo. "Più passava il tempo e più mi facevo delle domande. Sarei potuto andare alla Lazio e guadagnare tanti soldi, ma non riuscivo più a reggere il peso della bugia - la sua confessione che gli costò  una squalifica di 6 mesi (pena di un anno ridotta per l’ammissione del giocatore e per il suo palese pentimento) e il passaggio ai capitolini -. E poi voglio che mio figlio possa portare il mio nome”.

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