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Superclásico, la Conmebol: River-Boca non si gioca. Martedì la scelta della data

Il presidente Domínguez: "Vogliamo che vinca il migliore e che non ci siano scuse. È una riprogrammazione"

25 Nov 2018 - 20:19

River Plate-Boca Juniors non si gioca. Il Superclásico è stato rinviato a data da destinarsi. Una decisione amara, dopo il finimondo di sabato e il caos di domenica, con feriti, arresti e uno stato di tensione che ha convinto i dirigenti della Conmebol ad arrivare a una soluzione drastica. Nulla si sa della data in cui la partita potrebbe essere disputata, anche non è del tutto tramontata l'ipotesi della vittoria a tavolino per 3-0 a favore degli Xeneizes.

Si chiudono così due giorni drammatici con la decisione che ha accontentato River Plate e Boca Juniors, dopo il "patto tra gentiluomini" di sabato sera (non si gioca se non in condizioni di parità), quando sarebbe dovuta iniziare la finale di ritorno della Copa Libertadores. 
Amaro il commento del presidente Alejandro Domínguez: "La colpa di questo non è della Conmebol, non ci sono le condizioni per disputare la partita in pari condizioni. È una vergogna che per alcuni disaddati abbiamo dovuto rinviare la finale. Il Boca ci ha inviato i referti medici di Pablo Pérez e di altri giocatori colpiti, non volevamo che si giocasse in condizioni di disparità. Vogliamo che vinca il migliore e che non ci siano scuse". Poi ha precisato: "Questa è una riprogrammazione", lasciando intendere la probabilità che non si giochi al Monumetnal.
I tifosi Millonarios che erano già nelle gradinate hanno abbandonato lo stadio (così come i giocatori di Marcelo Gallardo) e non sanno se ci sarà un'altra occasione di vivere nell'impianto la finale storica, che a questo punto potrebbe anche cambiare sede.
I media argentini hanno indicato, infatti, la possibilità che, in caso di squalifica del Monumental, si possa disputare il Superclásico ad Abu Dhabi l'8 dicembre, anche perché la settimana prossima sarebbe impossibile giocare a Buenos Aires dato il G20.

La nuova data della finale sarà decisa in Paraguay, ad Asunción, in una riunione tra la Conmebol e i dirigenti dei due club martedì 27, alle 10 locali. La scelta della data, è bene ricordare, resta subordinata a una eventuale decisione di assegnare la vittoria a tavolino.

Daniel Angelici ha ribadito le ragioni del Boca Juniors per la richiesta di vittoria a tavolino, facendo riferimento alla notte del gas pimienta, quando cioè il 14 maggio 2015 fu sospeso e assegnato lo 0-3 in favore del River Plate alla Bombonera nel ritorno degli ottavi di finale di Copa Libertadores per l'aggressione dei tifosi bosteros ai giocatori Millonarios con spray urticante durante l'intervallo del match sul risultato di 0-0 (non fuori dallo stadio un'ora prima della partita, è bene specificare la differenza).
Il presidente xeneize ha inizialmente riconosciuto che i responsabili non rappresentano tutta la tifoseria del River: "Alcune persone disadattate, che sono sempre una minoranza, sono riuscite a rovinare uno spettacolo che tutto il mondo aspettava e questo ci rende tristi".
Poi ha spiegato il perché del comunicato, anche dopo la decisione del rinvio: "Ad Asunción ci sarò e non sono qui per dire quello che penso personalmente, ma da presidente del club. Sono convinto che le partite si vincano in campo, però devo questo ai tifosi del Boca per quello che è successo nel 2015 e abbiamo presentato le carte in modo che la Conmebol si ravvisi. Aspettiamo una risposta dalla commissione disciplinare al nostro esposto, invocheremo tutti gli articoli del regolamento per definire quello che è successo".

Guillermo Barros Schelotto
è stato chiaro: "Ieri e oggi noi non eravamo assolutamente in condizione di giocare. Eravamo in svantaggio netto rispetto al River, non potevamo scendere in campo. Quello che è successo lo sanno tutti, ci sono anche i video, e non ha nulla a che vedere con una finale di Copa Libertadores", ha detto l'allenatore alle tv argentine.

Rodolfo D'Onofrio ha commentato sia la decisione di rinviare il Superclásico sia la richiesta del Boca Juniors. Il presidente del River Plate ha condannato gli atti di violenza di sabato sera: "Per colpa di 15 disadattati abbiamo vissuto tutto questo. È una pena, provo dolore come tutti i tifosi del River, del Boca e di tutte le squadre, perché questa doveva essere una festa".
Poi ha aggiunto: "La Conmebol ci aspetta martedì ad Asunción e non ho dubbi che la partita si giochi. Tutto ciò che quelli del Boca vogliono aggiungere al patto che abbiamo fatto ieri sarebbe una mancanza di parola, una cosa né valida né logica. Noi non volevamo nessun vantaggio, volevamo che vincesse il migliore. E non ci sono dubbi che la finale sarà nel nostro stadio e con la nostra gente. Poi vedremo chi sarà il campione della Libertadores".

Dopo i disordini di sabato, il fischio d'inizio della finale di ritorno della Copa Libertadores tra River Plate e Boca Juniors era stato posticipato a domenica alle 17 (le 21 in Italia) per ripartire dal 2-2 alla Bombonera dell'andata. Ma dopo diverse analisi e riunioni tra i dirigenti Conmebol si è deciso di posticipare nuovamente il Superclásico, che da festa del calcio sudamericano è diventato una "vergogna mondiale", così come ha titolato la maggior parte delle testate argentine. Gli ultimi atti ufficiali delle due squadre sono state la richiesta degli Xeneizes di applicare l'articolo 18 del regolamento (vittoria 3-0 a tavolino e altro sanzioni) e la contemporanea apertura delle porte del Monumental da parte del club Millonario.

Il presidente del Boca Juniors Daniel Angelici avrebbe voluto giocare, ma la squadra era sotto choc e parte della dirigenza Xeneizes ha preferito non scendere in campo. Dopo la riunione nella notte, è arrivato il comunicato ufficiale: "Abbiamo fatto una richiesta ufficiale alla Conmebol per sollecitare che la partita si disputi in condizioni di parità tra le due squadre, proprio come si sono accordati i presidenti sabato sera. Ma dopo aver analizzato le conseguenze tra i giocatori dell'aggressione avvenuta fuori dallo stadio, chiediamo che il match venga rinviato o si applichino le sanzioni previste dall'articolo 18 del regolamento Conmebol". Vale a dire, come massima conseguenza, la vittoria per 3-0 a tavolino in favore del Boca. Le altre possibilità contenute nella norma sono una multa tra 100 e 40mila dollari, l'annullamento del risultato di una partita, la squalifica dello stadio o della squadra da competizioni future e l'obbligo di giocare il match a porte chiuse


Proprio mentre il Boca pubblicava il comunicato, il River aveva aperto ufficialmente le porte del Monumental ai suoi tifosi. Quelli che c'erano anche 24 ore prima, con il biglietto (non rimborsabile) e documento di identità, ha tenuto a specificare il club nel tweet.

Pablo Pérez era andato di nuovo in ospedale a farsi visitare e l'ulcera corneale rimediata per colpa delle schegge di vetro gli consente di vedere per il 40% dall'occhio sinistro. Lo stesso centrocampista aveva assicurato rientrando tra i compagni in albergo che non sarà operato e se fosse stato necessario avrebbe voluto giocare la partita, ma non ha ricevuto il permesso dei medici. GUARDA QUI LA FOTOGALLERY  di quanto successo al pullman xeneize.

Si erano rafforzazate le misure di sicurezza in vista della finale di Copa Libertadores. I responsabili della sicurezza avevano deciso di aggiungere ai 2.200 agenti previsti, un contingente supplementare della gendarmeria dispiegato lungo l'avenida del Libertador, nelle vicinanze dello stadio Monumental. In un comunicato, la polizia argentina aveva reso noto di aver arrestato 56 persone per i disordini seguiti all'attacco dell'autobus del Boca e in quelli avvenuti quando era stato annunciato il rinvio del match di 24 ore.

L'autista del bus del Boca Juniors ha raccontato ad Espn cos'è successo nei minuti della sassaiola: "Si è sfiorata la tragedia, a 500 metri dal Monumental è iniziato un lancio di oggetti e bottiglie verso di noi. Un agguato pianificato: capannelli di teppisti agli angoli e assembramento nei pressi del garage me lo fanno pensare. Ho perso i sensi per qualche istante dopo essere stato colpito da una pietra. Horacio Paolini (vicepresidente, ndr) era al mio fianco e ha avuto la prontezza di riflessi di afferrare il volante. Ho ripreso conoscenza proprio quando abbiamo imboccato l'entrata del garage".

Il messaggio più bello arriva da un tifoso del River Plate che, intervistato da Tnt Sports, ha chiesto scusa al Boca Juniors.

Diego Armando Maradona ha commentato gli incidenti di ieri sera: "Quello che è successo è deplorevole, Macrì ha ingannato molte persone dicendo che avrebbe cambiato questa situazione e stiamo peggio di prima, quello che sta facendo è la cosa peggiore di sempre in Argentina. Ci sono furti ovunque, ma questo è il cambiamento che la gente ha votato".

"Un'altra opportunità persa dinanzi al mondo che ci osserva. Vergognoso, deplorevole", questa la dura condanna di Gabriel Batistuta sui fatti successi al Monumental.

"Vergogna Mondiale", chiarissimo il titolo di Olé che condanna duramente i fatti avvenuti fuori dal Monumental. "La festa si è trasformata in terrore", il sommario con la foto del pullman del Boca preso d'assalto dai tifosi del River Plate. Pugno duro anche sulla sicurezza: "Polizia da horror".

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