L'allenatore dello Shakhtar in salvo: "Felici solo quando il popolo ucraino sarà libero"
L'allenatore dello Shakhtar Donetsk, Roberto De Zerbi, e i componenti italiani dello staff della squadra ucraina sono tornati in Italia con un volo dall'Ungheria. De Zerbi era stato evacuato ieri dalla capitale Kiev, finita sotto assedio da parte dell'esercito russo. Il tecnico ex Sassuolo al momento della partenza dopo essere transitato dalla Romania ha anche lasciato un videomessaggio: "Siamo contenti di tornare ad abbracciare le nostre famiglie, ma non saremo mai felici finché il popolo ucraino non sarà libero. Stop alla guerra subito".
"Abbiamo fatto un lungo viaggio, prima 9 ore di treno poi con pullman diversi fino a Budapest. Devo ringraziare il presidente della Uefa Ceferin, è stato determinante e si è dimostrata una grande persona all'altezza della sua responsabilità. Ringrazio anche il presidente della Figc Gravina che ha fatto molto", ha aggiunto.
"E' la notizia che tutti aspettavamo e che ci riempie di gioia - ha commentato il presidente della Figc, Gabriele Gravina - dallo scoppio della guerra in Ucraina sono stato in costante contatto con De Zerbi e gli altri italiani dello Shakhtar Donetsk per rassicurarli e coordinare la loro evacuazione". Si è trattato, sottolinea Gravinam di "un'operazione complessa che non si sarebbe potuta realizzare senza il supporto fondamentale della Uefa, nella persona del suo presidente Alexander Ceferin, che in queste ore si è speso incondizionatamente per garantire sicurezza ai componenti della famiglia calcistica internazionale in grave pericolo a causa della guerra". La Figc ha assunto da subito una ferma posizione contro la guerra, disponendo un ritardo di 5' di tutte le gare del fine settimana come messaggio di pace e appoggiando la Uefa nel condannare l'invasione russa già nell'Esecutivo di venerdì scorso. "Il calcio italiano è unito, così come tutta l'Europa calcistica, nel manifestare concreta solidarietà al popolo ucraino", ha concluso Gravina.
"Quattro giorni senza dormire e ora un viaggio del genere. Un'odissea". Carlo Nicolini, dirigente dello Shakhtar Donetsk, ha sintetizzato così la settimana che non dimenticherà tanto facilmente. Il gruppo degli italiani del club ucraino, composto oltre che da De Zerbi, anche dal vice Davide Possanzini, e dai collaboratori Michele Cavalli e Giorgio Bianchi per un totale di nove persone, è finalmente al sicuro. Rimasti bloccati in un hotel di Kiev al momento dell'attacco della Russia, hanno lasciato la capitale domenica a mezzogiorno. "Da Kiev Lviv in treno, da Lviv a Uzgorod in minibus, da Uzgorod a Budapest in bus. Da qui, l'aereo per Milano. Giorni segnati da emozioni incredibili ed estreme. Siamo stremati e sollevati", ha continuato il dirigente, assistente del direttore sportivo Darijo Srna, a Lapresse.
"L'immagine che mi porterò per sempre dentro? Sono tante. Ma se devo indicarne una, le facce dei giovani brasiliani e delle loro ancora più giovani famiglie, con tutte le emozioni che hanno vissuto. Siamo rimasti con loro fino all'ultimo, uniti e responsabili", le sue parole. A sbloccare la situazione, l'intervento di Figc e Uefa: "Gravina ha chiamato De Zerbi, ed era in contatto con Ceferin, che imbeccato da Srna, con l'aiuto del club e della federcalcio ucraina, ha organizzato il tutto". L'ultimo pensiero va alla location che li ha accolti e protetti nei giorni che stanno facendo tremare il mondo: "Il personale dell'hotel Opera di Kiev. Li voglio ringraziare infinitamente", ha concluso Nicolini.
ANCHE I GIOCATORI BRASILIANI DELLO SHAKHTAR AL SICURO
I calciatori brasiliani dello Shakhtar Donetsk hanno lasciato l'Ucraina con le loro famiglie. Ieri i giocatori e i loro parenti sono andati da Kiev verso il confine che hanno attraversato oggi e sono in questo momento in Romania. Inoltre, anche gli internazionali della Dynamo Kyiv hanno lasciato il paese insieme ai Miners. Lo rende noto lo Shakhtar in un comunicato. L'evacuazione dei giocatori è stata possibile grazie all'assistenza personale del presidente UEFA Aleksander Ceferin, del presidente della Federcalcio ucraina Andrii Pavelko e del presidente della Federcalcio moldava Leonid Oleinichenko. "Vogliamo ringraziare per l'assistenza tutti coloro che hanno preso parte a questo processo", si legge nella nota.