L'allenatore ucraino al 'The Guardian': "Penso che potrei uccidere due o tre nemici"
In un'intervista al 'The Guardian' Oleksandr Petrakov, ct della nazionale di calcio dell'Ucraina, racconta la sua scelta di rimanere a Kiev a combattere. "C'è solo odio. Non è rabbia, ma le persone odiano coloro che hanno invaso la loro terra - ha dichiarato il 64enne allenatore -. Avremo bisogno di tempo per calmarci, per ora è solo odio. Hanno distrutto le nostre città".
L'allenatore ha deciso di non lasciare Kiev ma di unirsi ad altri connazionali per respingere l'invasione russa. "La mia famiglia mi ha detto di spostarmi nell'Ucraina occidentale, ma ho rifiutato. Mi sono detto 'vengo da Kiev, non posso andarmene' - ha raccontato - Non pensavo sarebbe stato corretto, perché le persone devono difendersi e non possono scappare. Ho pensato, se vengono a Kiev prenderò un'arma e difenderò la mia città. Ho 64 anni ma sentivo che era normale farlo. Penso che potrei uccidere due o tre nemici".
Nonostante la guerra Petrakov sta cercando di portare l'Ucraina al Mondiale in Qatar. La sua nazionale avrebbe dovuto giocare il match di playoff contro la Scozia il 24 marzo, ma la gara è stata rimandata al momento a giugno. La Federcalcio ucraina sta cercando di organizzare dei raduni fuori dal paese, possibilmente nel Regno Unito, e gare amichevoli con alcuni top club europei. "Potremmo giocare a Wembley, contro un club londinese, ad esempio - ha evidenziato - Potrebbe essere un buon test amichevole, una risposta per l'esercito ucraino nonché una gara di preparazione alla sfida con la Scozia".