Il tecnico spagnolo non usa mezzi termini: "Allenare questo club è crudele, ti fanno sentire come se non valessi nulla"
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Dopo il pesante 5-3 incassato dal Villarreal e l'annuncio dell'addio al Barcellona con un anno di anticipo, Xavi si ripresentato davanti ai microfoni e non si può dire ci sia andato giù leggero. "Non sono stato valorizzato in generale. Questa cosa mi logora. Ho la sensazione che qualunque cosa tu faccia non venga valorizzata", ha detto l'allenatore spagnolo.
Secondo Xavi il problema non è non sopportare la pressione: "Siamo arrivati in uno dei momenti più complessi. Penso che il nostro lavoro non verrà mai valorizzato. Mi dispiace dirlo, ma ripeto, è così che sento le cose: allenare il Barcellona diventa spiacevole. Ti fanno sentire come se non valessi nulla. Ne avevo parlato con Pep e me l’aveva detto. È successo lo stesso con Valverde, e anche Luis Enrique l’ho visto soffrire". Un duro attacco, senza mezzi termini: "La cosa deve farci riflettere, abbiamo un problema con l’esigenza che accompagna la posizione di allenatore del Barça. Sembra che ti giochi la vita a ogni partita, e per questo dico che è un mestiere crudele, non te lo godi", ha aggiunto l'ex centrocampista.
Nonostante le dure parole, Xavi ha invitato all'unità da qui al termine della stagione. "Penso che sia tempo di unità. Questi non sono tempi facili e abbiamo bisogno più che mai dell'unita' dei tifosi del Barcellona. I tifosi non ci hanno deluso. Apprezzo il sostegno avuto dopo il mio annuncio. La reazione è stata spettacolare. Anche da parte dello spogliatoio", ha detto, spiegando poi che "la stagione non è finita" e "vogliamo fare bene".
Una vita dedicata ai blaugrana però non può passare in secondo piano. E allora da parte di Xavi arrivano alla fine anche parole concilianti: "Sarò sempre a disposizione per ciò di cui ha bisogno il club. Non escludo di tornare un giorno, ma ora il club non ha bisogno di me. Quella dell'addio è una decisione che avevo già preso, e che ho iniziato a prendere in considerazione già a inizio stagione. Ripeto, non si dà valore al lavoro", ha concluso.