La partita tre le grandi di Spagna ha già il sapore di uno scontro decisivo per il futuro della Liga
Zidane nella conferenza stampa pre-Clasico ha voluto smorzare i toni da ultima spiaggia: "Mi gioco il futuro? Lo si diceva anche un anno fa e il primo anno che sono arrivato. Per me non cambia nulla". In realtà qualcosa cambia dopo l'inizio di campionato e la sconfitta in casa nella prima in Champions: dalle parti di Madrid si parla della possibilità di promuovere Raul (bandiera del club e attuale allenatore del Castilla, la squadra B del Real) o di puntare su Pochettino.
Non sta molto meglio il Barcellona, perlomeno in Liga, visto che in coppa ha schiantato senza troppi problemi il Ferencvaros. La situazione di Koeman non è così brutta come quella del collega francese ma ci vuole ancora molto prima di far innamorare un popolo abituato da sempre a un calcio di alto livello. In più, la situazione del club catalano è esplosiva, se si considera la battaglia tra giocatori e dirigenza sulla riduzione dei salari legata alla crisi dovuta al Covid. Se si guarda la cabala, poi, c'è solo un allenatore olandese (sui cinque che hanno guidato il Barça nella sua storia) a debuttare con una vittoria in un Clasico: Louis Van Gaal.
Zidane ha convocato Sergio Ramos, e questa è un'ottima notizia per il Real che, senza il capitano, in difesa balla. E molto. Probabile che l'allenatore francese decida di giocarsi il tutto per tutto con un centrocampo con Casemiro, Valverde e Kross e un tridente formato da Vinicius, Benzema e Asensio. Dall'altra parte Koeman potrebbe riproporre Gziezmann (rimasto fuori in Champions) a formare il terzetto di trequartisti con Coutinho e Ansu Fati alle spalle di Messi.
Sarà anche un Barça-Real in sordina, senza pubblico e con due squadre non all'altezza di un passato, anche recentissimo, da leggenda. Ma resta pur sempre il Clasico.