L'ex difensore in diretta con Pardo: "Chiellini? Qualcuno deve vendere i libri..."
Fabio Cannavaro è intervenuto a “FASE PIER” in diretta Instagram con Pierluigi Pardo: "M’incazzo quando dicono che abbiamo vinto il Mondiale per calciopoli. In Germania smettemmo di parlare di quelle cose da subito, abbiamo vinto perché eravamo fortissimi, con un allenatore incredibile. Ci è mancato solo Vieri che purtroppo s’infortunò. Forse più forte di noi c’era solo la Francia. La festa al Circo Massimo è stata qualcosa di fantastico ma il ricordo più strano sono le parole che mi disse Mauro Vladovich (segretario della Figc) prima di toccare la coppa: “Alzala con stile”. Mauro, e questa cosa non l'ho mai detta a nessuno, mi diede una lettera prima del Mondiale scrivendomi le parole di Papa Wojtyla, che poi mi sono tatuato: “Mi raccomando, non abbiate paura di avere coraggio”. In quelle parole c'è la chiave del nostro successo. In chiave azzurra Mancini sta facendo un lavoro straordinario e i risultati si vedono. Roberto ha dato credibilità, voglia di vincere e di divertirsi.
"Le parole di Chiellini su Balotelli e Felipe Melo? Ognuno dice quello che sente, ma poi c’è sempre qualcuno che deve vendere. E’ normale che con gli autori del libro si cerchi la frase a effetto che viene strumentalizzata di più. Bisogna stare nelle situazioni, nessuno può dire chi ha torto o ragione, se Giorgio sentiva di dire quelle cose nessuno può dire niente".
Sull'emergenza coronavirus: "Qui in Cina siamo quasi alla normalità, il campionato dovrebbe riprendere a fine giugno, praticamente stiamo facendo una vita normale. Hanno chiuso tutto, c’erano applicazioni che ti seguivano ovunque e la macchina organizzativa è stata perfetta. De Luca in Campania ha fatto un lavoro eccezionale, dimostrando che le eccellenze in tema di sanità non sono solo in Lombardia. Purtroppo al Sud, e soprattutto a Napoli, siamo visti come “diversi” ma è sbagliato, siamo un paese solo, unico, ma a volte qualcuno se lo dimentica".
E ancora: "Come allenatore mi rivedo in tutti quelli che ho avuto da Capello a Lippi, da Sacchi ad Ancelotti, da Malesani a Scala, ho preso un po’ da ognuno ma spero di avere il mio sistema. Perché non torno? Il Guangzhou è una delle prime venti società al mondo, il calcio non è paragonabile a quello europeo ma sta crescendo molto. Dell’Italia mi mancano la famiglia, mia moglie, i miei figli, la mozzarella di bufala e poi naturalmente il mare".
Sul suo passato da difensore: "I tre attaccanti più forti che abbia mai incontrato sono Ronaldo, il brasiliano, Messi e Cristiano Ronaldo, ma faccio fatica fare queste classifiche perché in vent’anni li ho beccati tutti, ogni partita era un disastro. Il giro in Vespa con Ibrahimovic a Napoli? L’ho portato nei vicoli, a Posillipo, a vedere il golfo e lo stadio: si è divertito e innamorato della città. Io e lui cazzeggiavamo sempre, lo prendevo per il culo dalla mattina alla sera. Zlatan fa ridere, è molto divertente, si vede che da giovane ha sofferto, è diventato un leader, un giocatore straordinario. Quando venne alla Juventus rispettava tantissimo Capello e aveva bisogno di un allenatore così. All’inizio contro di me non la beccava mai, gli passavo sotto le gambe e gli dicevo che se voleva divertirsi col pallone poteva farlo tirando in porta alla fine della partitella".