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Carpi, Sannino: "Sudore e sacrificio, voglio la salvezza"

Il nuovo tecnico degli emiliani: "Punti già contro il Torino, sarò il condottiero di questa squadra"

30 Set 2015 - 15:29

Chiamato dal Carpi per sostituire Castori, Beppe Sannino si presenta carico come sempre: "Con sacrificio, sudore e poche parole cercheremo di venir fuori da questa situazione. L'obiettivo è quello di rimanere in questa categoria e continuare questa favola per i tifosi, per la città, per il presidente. Sono stato chiamato per guidare questo gruppo, voglio diventare il condottiero di questa squadra. Voglio fare punti già contro il Torino".

Il nuovo tecnico degli emiliani, ultimi in classifica con due punti, tenterà l'impresa: "In tre giorni nessuno ha la bacchetta per cambiare quello che finora hanno fatto i ragazzi. Il mio compito è quello di dare loro più certezze possibili. Cercare di far capire come si possano fare meno errori, ma non posso entrare nella loro testa o inculcare in loro troppe istruzioni tattiche. Per fare questo sono necessari i ritiri, che durano due mesi. Dentro di noi dobbiamo sapere di poter vincere contro gli avversari, seppur favoriti, attraverso degli sforzi caratteriali, fisici e mentali. Dobbiamo far prevalere in noi la voglia di cambiare strada, di dimostrare che vincere contro di noi non sarà facile. Io un motivatore? Ognuno ha un suo dna. Non sono un mago, non leggo il futuro ed abbiamo tre giorni per preparare la gara contro la seconda in classifica, il Torino. La sosta mi darà la possibilità di conoscere meglio la squadra e di dare un’impronta per quello che credo i ragazzi mi possano dare. So di essere sotto la lente d’ingrandimento per una situazione che può anche dispiacere. Io sono un professionista, il mio compito è quello di fare il meglio di me. E’ una sfida importante, che ha le sue difficoltà, ma proprio per questo sarà ancora più bello cercare di vincerla".

Sannino ha ottime parole per Castori: "Arrivo al posto di una persona che ha portato questa squadra nella storia. Capisco che lascia dell’amaro in bocca, però fa parte del nostro mestiere. Fabrizio lo conosco bene, abbiamo avuto lo stesso percorso. Ora sono qui, la società mi ha chiamato e bisogna buttarsi a capofitto. In una situazione in cui, al di là dei sentimenti e del dispiacere che si può percepire, c’è una classifica che ci impone solo di lavorare".

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