Se le società di Fagioli, Tonali e Zaniolo provassero la propria estraneità ai fatti, potrebbero poi rivalersi sui tesserati
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Il caso scommesse che sta investendo il mondo del calcio e che vede al momento indagati Sandro Tonali, Nicolò Zaniolo e Nicolò Fagioli interessa ovviamente anche le squadre di appartenenza dei giocatori coinvolti. Al di là dell'aspetto sportivo della questione (che abbiamo approfondito qui) e i rischi penali di una multa, anche le società seguono con attenzione lo sviluppo degli eventi. Qualora fosse provata l’estraneità e quindi la Procura federale non dovesse accertare responsabilità diretta delle società o che qualcuno al suo interno fosse a conoscenza dell'illecito, a quel punto potrebbero rivalersi sui propri tesserati.
Nel caso di Fagioli si farebbe riferimento all'accordo collettivo firmato da Lega Serie A, Figc e Assocalciatori che prevede la sospensione dello stipendio come recita l'articolo 5 comma 8 "nel caso in cui il calciatore abbia subito provvedimenti disciplinari interdittivi per sanzioni in materia di illeciti sportivi, di divieto di scommesse e di pratiche di doping" (e infatti, parlando di questo ultimo scenario, un po' quello che è successo per Pogba).
Come spiega la Gazzetta dello Sport, secondo l'articolo 11 comma 4, però, i club potrebbero anche optare per chiedere la risoluzione del contratto, scenario comunque difficilmente ipotizzabile per il centrocampista della Juventus così come per Tonali e Zaniolo (i cui cartellini sono gestiti da Newcastle e Aston Villa, anche se l'ex Roma è in prestito dal Galatasaray) le cui situazioni sono regolate dallo Standard Contract firmato da Federcalcio inglese e Premier League.