Il presidente della Uefa: "Superlega? La vuole solo chi pensa ai soldi. Pronto a parlare con Juve, Barça e Real"
Qualche novità nel calcio del futuro è preventivabile, ma il Mondiale ogni due anni non è tra queste. Il presidente della Uefa, Aleksander Ceferin ha ribadito il proprio no alla proposta del capo della Fifa Gianni Infantino: "Mi sembra un'idea incredibile da proporre con un calendario già così pesante - ha dichiarato Ceferin, facendo capire di un accordo con la Conmebol -. C'è un'intesa tra noi di non partecipare in una eventuale organizzazione".
Le nazionali europee e le sudamericane non prenderebbero parte al Mondiale se venisse organizzato ogni due anni: "Nel Congresso della Fifa Europa e Sudamerica insieme non hanno abbastanza voti per non fare approvare la proposta, ma la nostra posizione è chiara. Un Mondiale senza Europa e Sudamerica non sarebbe mai un Mondiale. Spero in ogni caso che prevalga il buon senso".
Un'apertura invece Ceferin l'ha mostrato per quanto riguarda la struttura della Champions League del futuro: "Il format sarà cambiato dal 2024 e non escludo l'inserimento della Final Four - ha dichiarato al Journal du Dimanche -. Sono convinto che sarebbe un grande evento e anche se non c'è alcuna decisione a riguardo, ne ho parlato con alcuni club e con il presidente dell'Eca Al-Khelaifi".
La Uefa però ha dovuto difendersi dall'idea della Superlega: "E' durato tutto quarantotto ore, ma sono stati giorni stressanti. Alcuni club hanno preparato lo strappo mentre stavamo per stringerci la mano sul nuovo format della Champions. Contavano che altri club li avrebbero seguiti...".
Il rapporto con Juventus, Barcellona e Real Madrid è compromesso ma c'è disponibilità: "Non ho problemi con loro, mi siederei a parlare con loro per il bene del calcio. Però continuo a ricevere cause giudiziare senza senso. Nei prossimi 10 anni sono sicuro che non ci sarà alcuna Superlega, perché nessuno la vuole a parte chi pensa che il calcio sia solo questione di soldi. In futuro non lo so dire".
Infine sul mercato: "Per la legislazione europea non possiamo mettere un tetto salariale, ma ormai è necessario un calmiere. Con gli stipendi si è andati troppo oltre".