In quattro trasferte pericolose (Firenze, Roma, Udine e Palermo) solo un gol subito. Ecco perché a Dortmund bisogna tornare all'antico
E’ la settimana decisiva, quella in cui la Juventus saprà se il suo futuro europeo sarà bianco oppure nero. La risposta la darà mercoledì sera il Westfalen Stadion Dortmund dove la squadra di Allegri sarà chiamata a fornire una prestazione convincente e a dimostrare la necessaria maturità contro un avversario di indubbio spessore. Una Juventus che - a onor del vero - dopo la gara d’andata dello Stadium non ha fatto sfracelli.
Ha sì chiuso il discorso scudetto in virtu' dell'1-1 dell'Olimpico firmato magicamente da Tevez, ma è anche incappata nell’1-2 interno di Coppa Italia con la Fiorentina e, nelle due ultime di campionato, ha vinto grazie al minimo sindacale: il gol capolavoro di Pogba - che ritorna ovviamente in Champions - ha deciso la sfida dello Stadium col Sassuolo; quello di Morata è servito a Palermo a far pendere la bilancia dalla parte dei bianconeri in un match decisamente equilibrato.
Ciò che conforta - al di là dell’intesa e dell’efficacia che garantiscono in coppia Tevez e Morata - è il rendimento della difesa, imbattuta nelle ultime due di campionato e che, con il ritorno di Barzagli, può essere riproposta con quel 3-5-2 che Allegri aveva abbandonato lo scorso 4 novembre contro l’Olimpiacos ma che ha poi rispolverato nelle trasferte di Firenze, Udine, Roma e Palermo in cui la squadra ha subito un solo gol in 360 minuti, quello di Keita all’Olimpico.
Ritornare al modulo tanto caro ad Antonio Conte - ricordando le infelici ultime esperienze dell’attuale ct azzurro in Champions -sembrerebbe una sorta di harakiri: ma Allegri non è monotematico, ha buon senso, sa variare sul tema e ha dimostrato di saper scegliere il sistema di gioco più adatto indipendentemente che sia farina del suo sacco o di quella del suo predecessore.
Aspettiamoci dunque una Juventus forte a centrocampo, decisa e attenta in difesa e pronta a colpire con quei due là davanti in uno stadio - è giusto ricordarlo - dove aveva iniziato la sua folle corsa verso la conquista dell’indimenticabile Champions del '96.