© Da video
© Da video
Il tecnico italiano è tornato a imporsi nel momento più delicato
© Da video
© Da video
La vittoria rocambolesca ai danni del Manchester City è stata una vera e propria boccata d'ossigeno per Carlo Ancelotti. Per la prima volta in stagione infatti, il Real Madrid è riuscito a imporsi (e a convincere) in un big-match spedendo all'inferno Pep Guardiola, di nuovo rimontato e ko in pieno recupero. Umiliati dal Barcellona in ben due occasioni in questa stagione tra campionato e Supercoppa (9-2 per i blaugrana il totale) e sconfitti meritatamente da Liverpool e Milan, i Blancos sono risorti sul palcoscenico più amato.
E lo hanno fatto dominando, considerati i 20 tiri effettuati nel corso del match. Dall'arrivo di Guardiola nel 2016 infatti, mai nessun squadra aveva fatto così tante conclusioni all'Etihad Stadium. Il segreto? Sicuramente l'aver schierato il quartetto offensivo dei sogni (Rodrygo, Bellingham, Vincius, Mbappé) dal primo minuto e l'ingresso fulmineo di Brahim Diaz, con l'ex Milan capace di ribaltare il match in pochissimi minuti. Ciò nonostante le tante assenze in difesa e l'inedita coppia Tchouaméni-Asencio chiamata a guidare la difesa con Valverde nel ruolo di terzino.
Per il City, che lentamente stava rialzando la testa dopo un periodo horror, l'ennesima caduta che fa rumore. A preoccupare sono soprattutto le modalità: i Citizens hanno perso la quinta gara stagionale in cui erano in vantaggio, tanto quanto negli ultimi quattro anni. Ma non è tutto: contro il Real è arrivato il 12esimo ko da agosto a oggi in 38 partite. Già eguagliato il record negativo risalente al 2019-2020, sempre con Guardiola in panchina. E il bilancio adesso, può solo peggiorare.
© Getty Images
© Getty Images