Il rammarico dei nerazzurri è non aver chiuso i conti già all'andata: nonostante il ko i rossoneri sono ancora vivi
© Getty Images
Se dopo un derby di Champions, una semifinale europea vinta per 2-0, ti resta un po' di amaro in bocca significa che il tabellino non fotografa e rispecchia la superiorità vista in campo. L'Inter ha vinto. Anzi, meglio: l'Inter di Inzaghi ha vinto. Avrebbe potuto stravincere, chiudere i conti, preparare le valigie per Istanbul. Un palo clamoroso, due paratone di Maignan, altrettante ripartenze non sfruttate a dovere, un rigore dato e poi tolto, un altro chiesto e non dato. Ma tant'è, in attesa di un ritorno che da qui a martedì continuerà ad alzare i battiti cardiaci delle due etnie milanesi a livelli di guardia, il primo round segna la netta vittoria di Simone Inzaghi.
Dopo quello di Doha e il successivo di campionato, un altro incrocio in cui il tecnico dell'Inter ha preparato e letto la partita meglio del dirimpettaio. Inzaghi, insomma, meglio di Pioli: l'uno troppo spesso vituperato negli ultimi mesi, l'altro invece molto più coccolato, stranezze e paradossi di un calcio che sforna e divora giudizi a minuti intermittenti. Ma l'Inter di Simone, superato il periodo nero del tardo-inverno/inizio-primavera (su cui tanto ci sarebbe da dire in quanto a occasioni sempre create e incredibilmente non sfruttate) è oggi un bolide che viaggia a ritmi che gli avversari non riescono e possono tenere (Sarri dopo il ko di San Siro aveva parlato non a caso di "squadra dalla cilindrata superiore").
Inzaghi non ha sbagliato nulla neppure ieri sera. La scelta di Dzeko come partner di Lautaro? Azzeccata. La preferenza per Calhanoglu a centrocampo? Perfetta. Intoccabile Mkhitaryan, imprescindibile Acerbi. E chi entra, che si chiami Brozovic o Lukaku, lo fa con l'atteggiamento dei pretoriani a difesa del proprio condottiero. Gioco veloce, verticale, ragionato. L'Inter dribbla poco, è vero, ma aggira e infila l'avversario come lama affilata. Ieri sera non è stata letale, questo l'unico neo di una partita altrimenti perfetta. Martedì prossimo il secondo round. A un passo dalla realizzazione di un sogno.