I rossoneri durano pochi minuti col Liverpool: Fonseca traballa, il derby una salita ripidissima
di Arturo Calcagni“Con pazienza arriviamo” ha detto Ibrahimovic prima della sfida col Liverpool. Al 90’ viene da chiedersi dove e quando. Obbligatoria la precisazione, perché di questo passo il Milan non arriverà lontanissimo. Anzi, nemmeno lontano. Forse giusto al derby dove è inimmaginabile pensare che i rossoneri, in questo stato, possano minimamente creare dei pericoli all’Inter. E a quel punto sarà tempo di pensare già al sostituto di Fonseca (che ha chiaramente detto di non voler cambiare tatticamente dopo l’ennesimo flop), il cui esonero è da considerarsi adesso economicamente fattibile visto che Pioli è prossimo alla rescissione del contratto per finire in Arabia Saudita.
Forse ci siamo portati fin troppo avanti, ma dopo la sfida di San Siro dire che il Milan è in confusione è un eufemismo. Nella notte del rilancio, definita dallo stesso Fonseca come “un’opportunità per far vedere chi siamo”, i rossoneri sono usciti con le ossa rotte: a oltre due mesi e mezzo dall’inizio della stagione, non c’è traccia di una identità. E nemmeno di una squadra. Finito ko dopo un inizio promettente, il Milan appare impotente davanti a un Liverpool nella sua forma migliore. Da Klopp a Slot, quasi nulla appare cambiato.
Il tanto atteso Fofana sembra un pivello qualsiasi, impreparato a gestire il pressing furioso del Liverpool. Anche Leao e Theo Hernandez, che se la ridono col Venezia, bucano invece l’appuntamento che conta in un gruppo incapace di reagire davanti alle prime difficoltà e con un atteggiamento decisamente rivedibile. Si salva Pulisic, in parte Morata, ma la notte resta fonda: i tifosi sono furenti ed è già contestazione. Ibra, se sei ‘Dio’ come dici, è tempo di un vero e proprio miracolo.