Il cileno, a secco dal novembre 2013, torna dopo due rigore sbagliati
Voleva togliersi di dosso una maledizione che era cominciata con quel rigore sbagliato contro l'Olympiacos e che aveva messo la Juve, la sua Juve, in ansia da passaggio del turno. Poi un altro penalty non a livello della sua fama (parliamo di quello di Cesena). Infine l'occasione per il riscatto. Che arriva nel momento più difficile e più delicato. Morata a terra, l'arbitro fischia e Arturo Vidal si presenta davanti al dischetto: gol e liberazione.
"Ho chiesto la palla perché volevo un po' di fiducia e perché ho sentito che questa poteva essere la mia opportunità, è per questo che ho chiesto a Carlitos di lasciarmi calciare", le parole di Vidal che voleva togliersi di dosso il pesante "zero" alla voce gol messi a segno quest'anno in Champions League (non andava in gol dal novembre 2013). Una statistica alla quale uno come lui certo non era abituato: "Vengo da un anno problematico per via del vecchio infortunio al ginocchio, ma sento che presto tornerò a segnare gol decisivi in Champions e quando le partite diventano importanti mi esalto".
La carica per tornare a essere un vero e proprio cecchino dagli undici metri è arrivata dalla tribuna: "Quando ho sbagliato (si parla del gol davanti alla porta a tu per tu con Subasic), ho pensato che ci fosse una maledizione in Europa per me. Ma ho guardato mia moglie in tribuna e ho preso fiducia".
Così Vidal segna, la Juve vince, lo Stadium esplode e il ritorno in casa dei monegaschi non fa più così tanta paura... c'è un Re Arturo in più.