Gasp assapora l'impresa di una vittoria a Manchester ma deve fare i conti con la classe superiore degli avversari e su una discutibile tenuta difensiva
Per un'ora e un quarto l'Atalanta ha assaporato l'impresa di essere l'unica squadra italiana ad avere espugnato Liverpool e Manchester. Non male per chi ha iniziato l'avventura in Champions solo due anni fa. Una limitata esperienza ai massimi livelli, però, si paga. E Gasp se n'è reso conto vedendo l'ondata rossa della ripresa. Molto ha inciso l'infortunio di Demiral, che ha costretto la Dea a una difesa rimaneggiata con l'ingresso di Lovato e un De Roon adattato, già dal primo minuto, nel ruolo di centrale di destra della retroguardia.
Buona parte del primo tempo dell'Atalanta dell'Old Trafford è stata di altissimo livello. Scambi veloci, sovraccarico delle fasce laterali, aggressione continua e una padronanza del campo imbarazzante per i Red Devils. Tutto il meglio del calcio di Gasp, insomma, racchiuso in 45 minuti da urlo. Dopo un intervallo passato a lodare la superiorità dell'organizzazione di gioco su un calcio basato sui singoli, però, sono proprio le individualità a cambiare il corso della partita. Se non altro perché Solskjaer, dalla panchina, può pescare gente del livello di Pogba, Sancho e Cavani. Anche se il gol finale lo mette a segno il solito Cristiano Ronaldo, praticamente invisibile fino a nove minuti dalla fine quando piazza il colpo di testa vincente. D'altra parte i fuoriclasse servono a questo.
L'Atalanta torna a casa con la consapevolezza di essere forse l'unica squadra italiana capace di mettere in mostra un calcio di livello europeo, anche se questa caratteristica è la sua forza ma anche il suo limite. Per rendere al meglio i nerazzurri devono essere sempre sul pezzo, non rallentare mai né l'aggressività né la ricerca ossessiva dell'intensità e della velocità offensiva. Le squadre che arrivano fino in fondo, però, hanno una qualità fondamentale: la capacità di gestire i ritmi della partita, di saper rallentare quando gli avversari, trascinati da un pubblico che non smette mai di gridare, non ti concedono un attimo di respiro. Chiedere anche questo a un gruppo di così poca esperienza europea è davvero troppo. Meglio concentrarsi sui lati positivi, che sono tanti. Il più importante è quello che balza all'occhio guardando la classifica del gruppo F di Champions: la Dea è seconda con il Villarreal due punti sotto lo United. Niente male, visto che c'è chi si ostina a considerare ancora l'Atalanta una provinciale.