Con il rammarico dell'uscita dell'Inter ai rigori con l'Atletico e con tre semifinaliste tra Europa e Conference League, ci si interroga sul livello del nostro calcio
Il ritmo, la velocità di esecuzione, l'aggressività, gli uno contro uno (anche fatti male, vedi Kim su Vinicius), la gestione delle fasi della partita, la qualità tecnica individuale... Le semifinali d'andata della Champions League sembrano un altro mondo rispetto al calcio italiano, e il paragone tra un match, sulla carta, di alto livello come Juventus-Milan di sabato è abbastanza avvilente. Eppure l'anno scorso c'erano tre squadre di Serie A in semifinale della coppa più importante e quest'anno ce ne sono altrettante tra Europa e Conference. In poche parole, dove sta la verità?
Il calcio italiano è così distante da questi livelli? Se si valuta l'aspetto estetico la risposta non può che essere affermativa, sulla competitività possono nascere dei dubbi a nostro favore. Basta vedere il ranking Uefa che ci ha consentito di portare cinque squadre (che potrebbero diventare sei in caso di vittoria dell'Europa League di un'italiana) nella prossima e mastodontica Champions. Nell'edizione di quest'anno, poi, c'è stata la beffa dell'Inter eliminata ai rigori dall'Atletico Madrid agli ottavi, dopo il cammino dell'anno scorso e il dominio della Serie A. La squadra di Inzaghi aveva tutte le carte in regola per andare avanti ma ha pagato un difetto atavico del pallone made in Italy: chiudersi, anche se in prossimità del fischio finale, a difendere il vantaggio che l'avrebbe portata ai quarti.
Rimpianti a parte, non si può pensare che le ultime tre stagioni siano un caso. Portare così tante squadre vicine all'atto conclusivo delle manifestazioni europee è un indizio inequivocabile che il calcio italiano può essere ottimista riguardo al presente e al futuro immediato. Nel 2022 abbiamo alzato la Conference con la Roma, nel 2023 c'erano le tre finali europee con una rappresentante della Serie A, e quest'anno c'è ancora la possibilità di vincere due competizioni. Ce n'è abbastanza per non sentirsi troppo inferiori agli altri campionati di alto livello, anche se Bellingham, Vinicius, Mbappé, Haalland, De Bruyne e Kane, tra gli altri fuoriclasse, giocano fuori dai nostri confini...