Il tecnico dei transalpini: "In partite così serve un po' di follia"
"La Juve è una istituzione, anche quando cambia tecnico resta sempre la stessa". Come dire, la Juve resta sempre vincente indipendentemente dalla filosofia di gioco, indipendentemente se in panchina ci sia Allegri o Sarri. Con queste parole Rudi Garcia, allenatore del Lione, ha presentato la sfida degli ottavi di Champions che lo vede di fronte ai bianconeri: "In partite così - ha continuato l'ex tecnico della Roma - servono anche un po' di follia, tanta solidarietà e motivazione. Non esiste un piano anti-Ronaldo, contro di lui si deve lavorare collettivamente".
Detto questo, Garcia ha poi detto la sua sulla Juve di questa stagione, tra luci e ombre (per lui, a dire il vero, quasi inesitenti): "La Juventus gioca come facevano il Napoli e l'Empoli con Sarri. È un allenatore tatticamente molto preparato, e la Juventus è così forte che non è poi cambiata molto nonostante il cambio in panchina". Un impegno, quello del Lione, che da più parti viene considerato proibitivo: "Tutti pensavano che Liverpool e PSG dovessero vincere le gara d'andata della scorsa settimana, ora tocca o noi dimostrare cosa sappiamo fare. Dovremo essere al massimo per battere la Juve, sperando che loro non siano al 100%. Non vinceremo di certo difendendoci e basta.
Dal tecnico a Ronaldo, senza dimenticare il collettivo, perché la Juve non si esaurisce in CR7, per quanto forte possa essere il portoghese: "Ronaldo ci mette un impegno enorme. Non abbiamo un piano specifico per fermarlo, perché a quel punto ne servirebbe uno anche per Dybala e Higuaín. La Juve ha troppi campioni per pensare di fermarli tutti individualmente. Dovrà essere un lavoro di squadra".