Il tecnico dei Citizens in conferenza con il volto segnato: "Sì, mi sono voluto fare del male"
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Il Manchester City non esce dalla sua crisi di risultati nemmeno in Champions. Contro il Feyenoord la squadra di Guardiola si é trovata avanti di tre reti a zero e poi ha subito tre gol negli ultimi venti minuti (3-3 il risultato finale), subendo una nuova delusione dopo cinque sconfitte consecutive. Una rimonta subita che ha devastato l'umore del tecnico spagnolo che si è poi presentato in conferenza stampa al termine del match con il volto segnato da evidenti graffi ed escoriazioni: "Sì, me le sono fatti con le dita - ha spiegato Guardiola ai cronisti presenti - perché volevo farmi del male".
Uno dei momenti certamente più difficili della carriera di Guardiola che, fresco del rinnovo con il City, ha vissuto una serata da incubo, con una rimonta che ha messo in evidenza tutta la fragilità di una squadra che tra Premier, Coppa di Lega e Champions era arrivata all'appuntamento di ieri sera con il pesante, inedito, sorprendente fardello di ben cinque sconfitte consecutive. E il pareggio contro il Feyenoord, per come è maturato, è un risultato persino peggiore rispetto ai precedenti ko. Sicuramente troppo per un perfezionista ossessionato dalla vittoria come il tecnico spagnolo: “Siamo fragili" ha spiegato Guardiola a fine match. "Eravamo avanti 3-0, stavamo giocando bene, poi abbiamo concesso dei gol perché non siamo stabili. Prima uno, poi un altro, poi un altro ancora. Stiamo perdendo tante partite ultimamente, siamo fragili. Avevamo chiaramente bisogno di una vittoria, ci avrebbe dato fiducia. E invece…”. Invece un'altra cocente delusione che ha scatenato la rabbia e l'autolesionismo di Guardiola. Ora il City ha 8 punti dopo le prime 5 partite di Champions e per evitare la clamorosa debacle e sperare di poter entrare tra le prime otto avrà bisogno di vincere gli ultimi tre match (l'11 dicembre sarà in scena in casa della Juve). E domenica in Premier c’è il Liverpool ad Anfield, col rischio concreto di finire a -11 in caso di sconfitta. Davvero un momentaccio per i campioni d'Inghilterra e il loro allenatore.